Benché molti studiosi attribuiscano a Ficarolo origini antichissime, risalenti al periodo romano, il Ravelli ne fa iniziare la storia col X secolo, periodo in cui la documentazione riguardante il paese risulta assolutamente certa, attraverso un documento del 936, con il quale Bonifacio, secondo conte di Bologna, e Ingelberto, abate di Nonantola, attuavano una permuta di beni, tra cui anche Ficarolo ("pago Figariole"), all'epoca appartenente al contado di Ferrara e situato, insieme con l'abitato di Settepolesini (oggi frazione di Bondeno), alla sinistra del Po.
Nel 970 si ricorda Ficarolo come castello e, ben presto, il paese assumeva un ruolo di notevole importanza: che fosse già da tempo o divenisse in seguito sede di pieve, assorbì quasi subito parte della circoscrizione plebana di Santa Maria di Trenta.
Che tale assorbimento, per quanto parziale, fosse in atto nel X secolo, lo dimostra il Regestum bonorum della chiesa ravennate: il fundus Publica, appartenente alla chiesa di Santo Stefano di Galito/Galigo, cui apparteneva anche il fundus Bonolitico, confina ai lati opposti con il territorio delle pievi di Santa Maria di Ficarolo e di San Donato in Pedrurio; questa confinazione si ripete in un atto del XIII secolo che si riferisce a concessioni di enfiteusi della prima metà dell'XI secolo.
Il paese ha legato il suo nome alla rotta di Ficarolo, che nel 1152 sconvolse il corso principale del Po; si trattò in realtà di una serie di rotte che portarono alla creazione di un nuovo ramo, che prese il nome di "Po di Ficarolo" e che divenne in pochi anni il corso principale del fiume.
Tra le conseguenze di questo disastro, l'abitato di Settepolesini venne a trovarsi in riva destra del Po.
La fortezza di Ficarolo, che controllava il Po insieme alla gemella posta sulla riva meridionale del fiume, la Stellata di Bondeno (ancor oggi esistente), venne assediata dai Veneziani durante la Guerra del Sale (1482-1484) e capitolò dopo la strenua difesa della piccola guarnigione contro le soverchianti forze della Serenissima[5].
La pace di Bagnolo, che pose fine alla guerra, sancì però il ritorno di alcuni territori sotto il Ducato di Ferrara, tra i quali anche Ficarolo che dunque entrò a far parte della cosiddetta Transpadana Ferrarese.
Il paese rimase sotto al dominio estense fino al 1598, quando il territorio di Ferrara passò sotto allo Stato Pontificio, compresa la Transpadana Ferrarese.
Chiesa arcipretale di Sant'Antonino martire (XVIII-XX secolo).
Realizzata nel 1773 su progetto dell'architetto ferrareseGaetano Barbieri (lo stesso che un ventennio prima progettò la chiesa di Santa Maria del Suffragio in via San Romano a Ferrara) rimase incompiuta nella facciata fino al 1913. Come altri esempi di architetture religiose della provincia conserva l'interno barocco abbinato alla facciata neoclassica.
La chiesa è talvolta citata come "Sant'Antonio" martire.
Il campanile, alto 69 m e di costruzione successiva all'edificio religioso, fu edificato a partire dal 1777 e, a causa della sua forte inclinazione, ha popolarmente acquisito la definizione di "Torre di Pisa del Veneto". Le inclinazioni medie della canna e della cella campanaria/cuspide sono rispettivamente 2.8° e 2°, e l'azimut della direzione di inclinazione è 321°, quindi circa NNO. Per confronto, la pendenza attuale della Torre di Pisa (alta 56 m) è circa 4°. Il fuori piombo del campanile di Ficarolo è circa 2.4 m alla sommità della canna e 3.1 m all'apice della cuspide.
Oratorio della Beata Vergine del Carmine (XIX secolo).
Edificato sul luogo di due precedenti oratori, l'attuale piccolo edificio di culto venne realizzato per dare la possibilità di accesso ad un maggiore numero di fedeli. Benedetto nel 1842, l'edificio, dal prospetto intonacato a quattro lesene è caratterizzato da un unico e semplice portale preceduto da un piccolo sagrato mentre l'interno, a pianta latina, è a navata unica.
L'interno custodisce alcune statue di santi di pregevole fattura e dipinti dei quattro evangelisti. L'altare maggiore, realizzato in marmi policromi, integra nella nicchia la statua della Madonna del Carmine, compratona di Ficarolo. Benché oggetto di un restauro conservativo terminato nel 2011 che ha riportato l'edificio all'aspetto originale, come la Chiesa arcipretale di Sant'Antonino martire ha subito danni, seppur lievi, a causa del terremoto del 2012.
Oratorio di Sant'Ippolito.
Oratorio di San Rocco.
Oratorio di San Pietro.
Architetture civili
Villa Giglioli (fine XVI secolo), già Arienti, Schiatti e Saracco, è stata sede municipale sino a alla fine del XX secolo, divenendo poi sede distaccata del Conservatorio "Venezze" di Rovigo, nonché cornice per vari eventi e mostre, quali i matrimoni civili e concerti.
Ex zuccherificio, costruito dai conti Giglioli tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Chiuso dagli anni ottanta presenta alcuni interessanti edifici in stile Liberty ed è esempio dell'archeologia industriale legata ai numerosi zuccherifici in stato di abbandono che si trovano nella provincia di Rovigo.
Monumento ai Caduti, sorge nel giardino davanti alle ex scuole elementari. Costruito nel 1925 nel parco sul retro dell'edificio scolastico, il monumento è stato spostato nella sua collocazione attuale nel 1937. La costruzione omaggia i ficarolesi militari e civili periti nel corso di prima e seconda Guerra Mondiale, sulla sommità della costruzione è posta la statua di una donna che simboleggia la Patria intenta a sorreggere un soldato ferito.
Il sistema del trasporto pubblico della cittadina è servito da una linea extraurbana gestita da Busitalia e Garbellini SRL che la collega con il capoluogo Rovigo e con le principali località della provincia e con le province vicine.
AA.VV., Il Veneto paese per paese, Firenze, Bonechi, 2000, ISBN88-476-0006-5.
Transpadana Ferrarese. Terre e genti di confine, Premio Francesco Ravelli, Prima edizione-1999, Ferrara, Comunicarte, 2000
M. Furini (a cura di), Sant’Antonino prete e martire. Storia e arte nella Parrocchiale di Ficarolo, Ferrara, Comunicarte, 2001
Aa.Vv., Tre saggi transpadani. Territorio in età moderna, Insorgenze 1809, Carteggi dei Rettori estensi secc. XV-XVI, Comune di Ficarolo, Premio Francesco Ravelli, Quarta Edizione-2002, Ferrara, Comunicarte, 2003
Aa.Vv., Bergantino e Melara e altri saggi transpadani, Comune di Ficarolo, Premio Francesco Ravelli, Settima Edizione-2005, Ferrara, Nuove Carte, 2006
Luciano Pigaiani, Il territorio della Pieve di S. Maria in Trenta e il castello di Ficarolo. Nelle fonti medievali, Ferrara, Nuovecarte, 2010
Ugo Soragni-Angela Ghinato, Ville e villeggianti nella terra di Ficarolo, Comune di Ficarolo, IX Edizione Premio Ravelli, Rovigo, Minelliana, 2009
Francesco Ravelli, Note, illustrazioni e documenti per la Storia di Ficarolo, edizione a cura di Antonello Nave, Rovigo, Minelliana, 2010.
Antonello Nave, Oltre Ravelli. Appunti per una storia di Ficarolo nel secondo Ottocento, in * Francesco Ravelli, Note, illustrazioni e documenti per la Storia di Ficarolo, edizione a cura di Antonello Nave, Rovigo, Minelliana, 2010, pp. 341-371
Antonello Nave, Per Marc’Antonio Guarini (1570-1638) ecclesiastico e storiografo ferrarese, in «Bollettino della Ferrariae Decus», 26, 2009-2010, pp. 143.149
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Luciano Pigaiani, La «Domus Casotti» e San Salvatore di Ficarolo con le dipendenze di San Lorenzo alle Caselle e Santa Croce di Salara, Sesto Fiorentino, All'Insegna del Giglio, 2015