Nel 1885 Sebastian de Ferranti fondò con Francis Ince e Charles Spark la S.Z. de Ferranti, riorganizzata come Società a responsabilità limitata nel 1889 con il nome di S.Z. de Ferranti Limited.[1] Uno dei prodotti di punta della neonata società fu un contatore elettrico per la misura dell'energia elettrica consumata, che la Ferranti Limited fornì a diverse compagnie elettriche.[2]
Nel 1887 la London Electric Supply Corporation (LESCo) assunse Sebastian de Ferranti per progettare una centrale di produzione di energia elettrica a Deptford. Completata nel 1890, fu la prima centrale moderna di produzione di energia elettrica realizzata al mondo.[2] Grazie alla notorietà guadagnata con questo progetto, la Ferranti iniziò a vendere i propri prodotti anche a terzi e ben presto il volume di affari aumentò al punto che dovette cercare una sede più grande: visti i prezzi degli immobili a Londra, dove all'epoca aveva la propria sede, la società decise nel 1896 il trasferimento a Hollinwood, una frazione di Oldham, città nei pressi di Manchester.[1]
Nel 1901 fu creata la Ferranti Limited (Ferranti Ltd.) che assorbì completamente la S.Z. de Ferranti. Nel 1903 Ferranti Ltd. incontrò i primi problemi finanziari che la portarono nel 1905 ad un riassetto della società.[1]
Nei primi decenni del XX secolo la società continuò la produzione di materiale elettrico industriale, principalmente turbine e generatori di corrente. Negli anni quaranta Ferranti fornì diversi sistemi elettronici di difesa all'esercito britannico durante la seconda guerra mondiale, tra cui sistemi radar e di "identificazione amico o nemico" elettronici. Terminata la guerra, Ferranti continuò lo sviluppo di sistemi elettronici per l'aviazione militare ma anche per quella civile come radar e sistemi di calcolo della posizione.[1] Alla fine degli anni '40 la società strinse rapporti di collaborazione con diverse università per sviluppare dei computer. Il primo prodotto fu il Ferranti Mark 1, completato nel 1951,[2] a cui seguì nel 1956 il Pegasus, un computer a valvole.[3] Sempre nel 1956, Ivan Idelson, di Ferranti, creò il sistema di codifica dei caratteri Cluff-Foster-Idelson che successivamente divenne l'ASCII.[3] Nel 1957 presentò il Ferranti Mercury, con una memoria a ferrite al posto delle valvole e destinato al commercio.[4]
Inoltre nel 1951, fu costruito il Nimrod (uno dei primi computer progettati in modo tale da poterci giocare) per il Festival of Britain dello stesso anno.
Alla fine degli anni '80 Ferranti aveva espanso i suoi interessi anche al settore delle telecomunicazioni, con sistemi di comunicazione a microonde, ed a quello della produzione di pompe per impianti di distribuzione dei carburanti.
Declino
Nel 1987 Ferranti acquisì International Signal and Control (ISC), una società statunitense dedita alla produzione e vendita di sistemi militari di difesa. Dopo l'acquisizione Ferranti fu ridenominata in Ferranti International plc. ed i vari settori commerciali ridistribuiti alle aziende del gruppo. Ferranti ignorava però che i profitti di ISC derivavano dalle vendite di armi ad organizzazioni clandestine, fatturando quindi la maggior parte dei propri utili in maniera illegale. Con l'acquisizione da parte di Ferranti queste vendite cessarono immediatamente e con esse anche i profitti. Al calo del fatturato si aggiunsero anche le inchieste di Gran Bretagna (1989) e Stati Uniti d'America (1991) condotte nei confronti di ISC e dei traffici illeciti condotti dai suoi dirigenti. Nel 1991 James Guerin, fondatore di ISC e co-amministratore della nuova società, si dichiarò l'unico colpevole delle accuse, spostando il procedimento penale contro di lui e facendo cadere le accuse contro Ferranti.[7]
A causa di questi problemi finanziari e legali Ferranti dichiarò la bancarotta nel 1993.[2]
Note
^abcdefghCronologia di Ferranti, su gracesguide.co.uk, Grace's Guide - British Industrial History. URL consultato il 1º maggio 2012.
^abcdefgInformazioni su Ferranti, su mosi.org.uk, Manchester, Museum of Science and Industry. URL consultato il 1º maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2015).
^ab Anand Kumar Sethi, UK electronics - a fallen or sleeping giant, su emtworldwide.com, 15 aprile 2008. URL consultato il 10 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2018).
^MEG/Mercury, su computer50.org, Università di Manchester. URL consultato il 10 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2012).