Le Elezioni parlamentari in Israele del 2021 si sono tenute il 23 marzo per eleggere i 120 membri della Knesset.
Si tratta della quarta tornata elettorale in meno di due anni: in seguito alla mancata approvazione della legge di bilancio nei termini di legge, il 23 dicembre 2020 la Knesset è stata sciolta e sono state indette nuove elezioni.
Dalle elezioni del 2020, le terze in meno di un anno, risulta l'ennesima situazione di stallo, che si risolve quando i partiti Likud e Blu e Bianco raggiungono un accordo che prevede un governo di coalizione della durata di 36 mesi, con primo ministro a rotazione (Benjamin Netanyahu per i primi 18 mesi, Benny Gantz in seguito).[1]
Il governo Netanyahu V è sostenuto dai partiti Likud, Blu e Bianco (solo le fazioni Resilienza per Israele e Derech Eretz), Shas, Ebraismo della Torah Unito, Partito Laburista Israeliano (due parlamentari su tre, Merav Michaeli si pone all'opposizione), Gesher e La Casa Ebraica.
Si pongono all'opposizione le fazioni di Blu e Bianco Yesh Atid e Telem, la Lista Comune, Israel Beitenu, Yamina e Meretz.
Il 2 dicembre 2020 la Knesset approva, con 61 voti a favore e 54 contrari, la lettura preliminare di un disegno di legge per lo scioglimento del parlamento.[2] Il 22 dicembre un voto per evitare lo scioglimento della Knesset viene bocciato con 49 contrari e 47 favorevoli.[3]
A causa della mancata approvazione del bilancio entro il 23 dicembre 2020, la Knesset viene sciolta e vengono indette le nuove elezioni 90 giorni dopo, il 23 marzo 2021.[4]
I 120 membri della Knesset sono eletti con sistema proporzionale a collegio unico e listini bloccati, con soglia di sbarramento fissata al 3.25% dei voti validi.
La legge elettorale israeliana consente a due partiti di accordarsi per sommare i propri voti in vista dell'assegnazione dei seggi supplementari previsti dalla variante Hagenbach-Bischoff del Metodo D'Hondt. Prima del voto si sono quindi stipulati i seguenti accordi:
Il 5 aprile, nel primo giro di consultazioni presidenziali, non emerge nessuna maggioranza chiara. Benjamin Netanyahu riceve indicazioni dai partiti per un totale di 52 parlamentari (Likud, Shas, Ebraismo della Torah Unito e Partito Sionista Religioso), Yair Lapid ne ottiene 45 (Yesh Atid, Blu e Bianco, Partito Laburista, Israel Beitenu e Meretz), Naftali Bennett 7 (Yamina), mentre Nuova Speranza, la Lista Comune e la Lista Araba Unita si astengono dall'indicare un candidato Primo Ministro. Il presidente Reuven Rivlin affida a Netanyahu l'incarico di trovare una maggioranza di governo.[26]
Dopo il fallimento del tentativo di Netanyahu, Yair Lapid riceve l'indicazione di 56 parlamentari (si sono aggiunti Nuova Speranza e le fazioni Hadash e Ta'al della Lista Comune) e viene incaricato dal Presidente Rivlin di formare un governo.[27]
Il 2 giugno Yair Lapid comunica al presidente Rivlin di essere riuscito a formare una maggioranza di governo insieme a Naftali Bennett.[28] In base al loro accordo, Bennett avrebbe ricoperto il ruolo di Primo Ministro per due anni, per poi essere sostituito da Lapid.[29]
Il 13 giugno il Governo Bennett-Lapid ottiene la fiducia della Knesset con 60 voti favorevoli e 59 contrari.[30]
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