Figlio di Giovanni Agnelli, il fondatore della FIAT, di Clara Boselli e fratello di Aniceta Caterina, nacque a Verona dov'era di guarnigione il padre, in quel periodo ufficiale di cavalleria. Si laureò in giurisprudenza e partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di cavalleria, facendo anche da conducente – allora un'attività poco diffusa – al generale Luigi Cadorna.[1] Dopo la laurea viaggiò in tutto il mondo per arricchire la propria cultura in campo industriale e, una volta tornato in Italia, occupò diverse cariche tra cui le vicepresidenze della FIAT,[2] delle Officine di Villar Perosa e del Consiglio Provinciale dell'Economia, e le presidenze dei consigli di amministrazione dei quotidiani La Stampa e Giornale del Pinerolese.
«Dotato di fervida intelligenza, di grande affabilità e di quella molta esperienza di mondo, di vita, di lavoro che ha potuto acquistare collaborando attivamente nella direzione di grandi aziende con l'illustre suo padre, il senatore Giovanni Agnelli; cultore appassionato d'ogni genere di sport, espertissimo automobilista, direttore della Società Torinese per le Corse dei Cavalli, presidente onorario del Gruppo Sportivo FIAT, Egli porta nella nostra società, insieme alla preziosa opera sua, un nome che si illumina di una delle più alte glorie sportive italiane, di una delle più meravigliose creazioni dell'intelligenza e del lavoro umano: gloria di sport, gloria di lavoro.»
(Da Hurrà, rivista istituzionale della Juventus, luglio 1923[5])
Fonda anche una stazione invernale che diverrà presto prestigiosa e famosa: il Sestriere, dal nome dell'omonimo colle, a cui si giunge dal paese di origine della famiglia Agnelli, Villar Perosa, sita poco più oltre Pinerolo sulla omonima statale (la 23), che a partire da Pinerolo sale lungo la sinistra orografica del Chisone.
Un grave incidente stroncò la vita, a soli 43 anni, dell'erede di Giovanni Agnelli. Il 14 luglio 1935, una calda domenica estiva, Edoardo rientrava da Forte dei Marmi con l'idrovolante del padre, un Savoia-Marchetti S.80 pilotato dall'asso dell'aviazione Arturo Ferrarin; diretto a Genova per poi raggiungere Torino in treno, durante l'ammaraggio all'idroscalo i galleggianti del velivolo urtarono un tronco vagante sullo specchio d'acqua e il mezzo si ribaltò: il pilota ed Edoardo rimasero illesi ma quest'ultimo si alzò in piedi nell'abitacolo, posto sotto al motore montato su una gondola, e morì colpito alla nuca dall'elica rimasta in movimento[6] – in conseguenza all'incidente, la casa produttrice modificò la struttura dell'aereo spostando il motore in posizione meno pericolosa.
Matrimonio e discendenza
Edoardo sposò Virginia Bourbon del Monte, principessa di San Faustino, il 5 giugno 1919 a Roma, dalla quale ebbe sette figli:
Clara (1920-2016), sposò nel 1940 Tassilo Fürstenberg (1903-1989), dal quale ha avuto Virginia detta Ira (1940-2024), Egon (1946-2004) e Sebastian (1950) Fürstenberg. Sposò in seconde nozze Giovanni Nuvoletti (1912-2008).
Susanna (1922-2009), sposò nel 1945 Urbano Rattazzi (1918-2012), dal quale ha avuto sei figli: Ilaria, Samaritana (moglie di Vittorio Sermonti e madre di Pietro), Cristiano, Delfina, Lupo e Priscilla Rattazzi.
Maria Sole (1925), sposò Ranieri Campello (1908-1959) e in seconde nozze Pio Teodorani Fabbri (1924-2022[7]). Ha cinque figli: Virginia, Argenta, Cinzia, Bernardino Campello ed Eduardo Teodorani Fabbri.
Giorgio (1929-1965), celibe e senza figli, morto all'età di 35 anni, in circostanze non chiare, nella clinica dove era ricoverato per schizofrenia.
Umberto (1934-2004), Presidente della FIAT, sposò Antonella Bechi Piaggio di Luserna (1938-1999), dalla quale ebbe due gemelli Enrico e Alberto (1962), vissuti solo pochissimi giorni, e Giovanni Alberto (1964-1997) detto Giovannino, morto all'età di 33 anni per un tumore; in seconde nozze sposò Allegra Caracciolo (1945), cugina della cognata, dalla quale ha avuto Andrea (1975) e Anna (1977).