«Questo racconto è immaginario. Ogni riferimento a istituzioni o a personaggi esistenti o scomparsi è, come sempre, occasionale. Di alcune vicende l’autore è stato testimone: con molti altri, del resto. Sarebbe augurabile che, come talvolta prodigiosamente accade, le figure fantastiche risultassero le più vere»
Il romanzo parzialmente autobiografico, prende le mosse dall'Italia povera e contadina dei primi decenni del XX secolo.
Scritto in prima persona, è la storia di un giovane nato a Pianaccio sull'Appennino tosco-emiliano da un padre che lavora in una fabbrica a Bologna e da una madre che ha un parente avvocato, fascista, che sta a Roma ed è molto prossimo a Benito Mussolini.
L'8 settembre, per sfuggire alla coscrizione della Repubblica Sociale, si unisce alle formazioni di Giustizia e Libertà. Nel dopoguerra è caporedattore del Resto del Carlino a Bologna, ha due figli dei quali non condivide la passione politica, e l'hobby della filatelia[2].