Sede vescovile è la città di Nîmes, dove si trova la basilicacattedrale di Nostra Signora e San Castore (Notre-Dame et Saint-Castor). Nella diocesi sorgono inoltre due ex cattedrali: ad Alès la chiesa di San Giovanni Battista e ad Uzès la chiesa di San Teodorito.
Il territorio è suddiviso in 403 parrocchie, raggruppate in 7 decanati: Nîmes, Causse-Aigoual, Cévennes, Plaine et Camargue, Uzège-Gardonnenque, Vallée du Rhône, Vaunage-Plaine Maritime.
Storia
La diocesi fu eretta nel IV secolo. Essa esisteva certamente nel 396, quando a Nîmes fu celebrato un sinodo della Chiesa di Gallia, ed è impossibile la scelta di questa città se non fosse già stata sede episcopale. Benché la tradizione presenti alcuni vescovi nel IV secolo, il primo vescovo di cui si abbiano riscontri storici fu Sedatus, presente al concilio di Agde del 506. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Narbona.
Tra il VI e il VII secolo la vasta diocesi cedette porzioni di territorio a vantaggio delle diocesi di Uzès, di Agde, di Maguelonne e di Arisitum. Quest'ultima diocesi fu ben presto soppressa e il suo territorio ritornò a Nîmes.
Nell'VIII e nel IX secolo l'attuale territorio della diocesi vide la fioritura di numerosi monasteri benedettini; si contavano circa 180 insediamenti diversi.
La diocesi ebbe molto a soffrire durante le guerre di religione: il 29 settembre 1567 i protestanti di Nîmes perpetrarono il massacro dei monaci cattolici, noto come Michelade; due giorni fu rasa al suolo la cattedrale come pure tutte le 7 chiese parrocchiali della città. Sempre a Nîmes Luigi XIII emanò il decreto di pacificazione religiosa noto come Pace di Nîmes (7 luglio 1629). La cattedrale fu ricostruita nel 1646 nelle forme attuali.
Il seminario diocesano fu istituito dal vescovo Anthime Denis Cohon nel 1667; dopo la rivoluzione francese nel 1822 fu eretto un nuovo edificio, molto più grande del precedente; un terzo seminario infine venne aperto ufficialmente nel 1926.
Il 17 maggio 1694 la diocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Alès.
Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede di Nîmes. Fu anche nominato un nuovo vescovo, Charles-François-Marie Petit-Benoit de Chaffoy. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, l'erezione della diocesi e la nomina del vescovo non ebbero effetto.
Il 6 ottobre 1822 in forza della bolla Paternae charitatis di papa Pio VII la diocesi di Nîmes fu ufficialmente ristabilita, recuperando l'antico territorio delle tre diocesi di Nîmes, di Alès e di Uzès dalla diocesi di Avignone. Quest'ultima nel contempo tornò ad essere sede metropolitana; la diocesi di Nîmes divenne allora suffraganea dell'arcidiocesi di Avignone. Il vescovo Chaffoy poté così essere consacrato vescovo, quattro anni dopo la sua nomina.
Il 27 aprile 1877 un breve di papa Pio IX autorizzò i vescovi di Nîmes a fregiarsi del titolo di vescovi di Alès e di Uzès.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Un catalogo dei vescovi è contenuto in un lezionario della Chiesa di Nîmes del XIII secolo. Il catalogo, incompleto e in disordine (Duchesne), inizia con la seguente frase: «Haec sunt nomina Nemausensium episcoporum qui ad presens in nostra sunt memoria».[1]
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 724.618 persone contava 420.400 battezzati, corrispondenti al 58,0% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
1950
296.000
395.000
74,9
455
407
48
650
70
300
289
1969
389.000
478.500
81,3
354
335
19
1.098
28
660
87
1980
405.000
494.500
81,9
321
269
52
1.261
97
360
288
1990
436.000
533.000
81,8
253
209
44
1.723
76
250
303
1999
360.000
600.000
60,0
195
154
41
1.846
6
72
178
403
2000
365.000
623.115
58,6
201
165
36
1.815
6
56
175
403
2001
365.000
623.115
58,6
187
155
32
1.951
6
52
260
403
2002
470.000
623.115
75,4
175
141
34
2.685
6
62
286
403
2003
368.000
629.000
58,5
173
139
34
2.127
8
101
240
403
2004
364.523
623.125
58,5
169
135
34
2.156
5
90
274
392
2013
412.000
709.700
58,1
131
100
31
3.145
15
109
146
403
2016
416.844
725.618
57,4
131
109
22
3.182
22
81
103
403
2019
420.700
737.020
57,1
115
92
23
3.658
20
84
111
403
2021
420.400
724.618
58,0
102
86
16
4.121
23
65
98
403
Note
^Il testo è riportato da Duchesne, op. cit., p. 311.
^Menzionato nella Vita di sant'Amato, vescovo di Avignone, secondo la quale avrebbe subito il martirio durante l'invasione dei Vandali nel 407. Tuttavia secondo Duchesne, la Vita di Amato sarebbe frutto di un falsario del XVII secolo, Polycarpe de la Rivière.
^I vescovi Palladio e Gregorio sono menzionati da Gallia christiana sulla base del lezionario della Chiesa di Nîmes; Duchesne e l'Histoire générale de Languedoc li escludono in quanto non comprovati da documenti storici.
^Circa la cronologia, v'è discordanza tra Duchesne, che riporta l'anno 788, e Gallia christiana e l'Histoire générale de Languedoc, che riportano il 791.
^Prima di Cristiano, Gallia christiana e l'Histoire générale de Languedoc inseriscono un Giovanni II, menzionato nell'813. Tuttavia, secondo Duchesne, Cristiano sarebbe menzionato per la prima volta in una carta databile al 40º di Carlo Magno, che corrisponde all'808: ciò escluderebbe Giovanni II. Inoltre il documento che menziona questo vescovo non riporta la sede di appartenenza (Duchesne).
^Riportato da Gallia christiana secondo l'antico lezionario; per Duchesne corrisponde al vescovo Anglardo II, documentato dalla stessa Gallia christiana alla fine del IX secolo.
^Secondo gli autori dell'Histoire générale de Languedoc, dopo Frotaire II ci sarebbe un vescovo di nome Elphant, menzionato in una carta del 21 aprile 1084.