Il territorio si estende su 5.180 km² ed è suddiviso in 135 parrocchie.
Parrocchie
Il seguito alla riorganizzazione ecclesiastica della diocesi, dal 1º settembre 2009 il territorio è stato suddiviso in 5 grandi parrocchie che accorpano tutte le precedenti:
parrocchia San Giacomo, con sede a Saint-Chély-d'Apcher: comprende 52 chiese ripartite in 46 comuni nel nord-ovest della diocesi;
parrocchia Santa Teresa del Bambin Gesù, con sede a Langogne: comprende 37 chiese nella parte orientale della diocesi;
parrocchia San Privato, con sede a Mende: comprende 33 chiese nella parte centrale della diocesi;
parrocchia San Fredardo, con sede a Marvejols: comprende 37 chiese ripartite in 24 comuni nella parte occidentale della diocesi;
parrocchia San Giuseppe, con sede a Florac: comprende 34 chiese nella parte meridionale della diocesi.
Da un punto di vista territoriale le 5 parrocchie ricalcano esattamente i confini delle 5 zone pastorali esistenti in diocesi prima del 2009.
Storia
Secondo la tradizione, san Marziale di Limoges avrebbe evangelizzato il territorio del Gévaudan abitato dai Gabali e vi avrebbe ordinato il primo vescovo, san Severiano.[1] Il primo vescovo storicamente documentato è san Privato, attestato da Gregorio di Tours, santo patrono della diocesi, che avrebbe subito il martirio verso la metà del III secolo. Al primo concilio di Arles del 314 la chiesa dei Gabali è rappresentata dal diacono Geniale. L'antica capitale dei Gabali era Anderitum, l'odierna Javols, dove si presume avesse sede il vescovo; in seguito, secondo il dato tradizionale, la sede venne trasferita a Mimate, ossia Mende, dove subì il martirio san Privato.[2]
Nel 1161 al vescovo Aldebert du Tournel e ai suoi successori furono concessi i diritti di signoria sulla città e la diocesi, diventando al contempo vassalli del re di Francia. Il 3 febbraio 1307 il vescovo Guillaume Durand II ottenne il titolo di conte del Gévaudan, a cui furono costretti a sottoporsi tutti i baroni della regione, che da oltre un secolo erano in conflitto con i vescovi di Mende per la supremazia sul temporale.
Nel XIV secolo la diocesi vide la nascita di Guillaume de Grimoard, che nel 1362 divenne papa con il nome di Urbano V. A lui si deve la ricostruzione della cattedrale, opera iniziata dallo stesso papa qualche anno prima, ma danneggiata da un incendio. Per trovare le risorse, il papa utilizzò un procedimento senza precedenti: lasciò la sede vescovile vacante per due anni (1368-1370), così che le entrate della mensa, normalmente devolute al vescovo pro tempore, furono invece totalmente dirottate per la continuazione dei lavori all'edificio. Tuttavia i lavori, interrotti per la morte del papa (1370), furono ultimati nel XV secolo: il 2 agosto 1467 il vescovo Antoine de La Panouse consacrò l'altare maggiore.
Durante le guerre di religione, la città e il territorio di Mende, conquistati dagli ugonotti nel 1562, furono soggetti a dure lotte, dove non furono risparmiati i massacri; tra questi la storia ricorda in particolare quello avvenuto la notte di natale del 1579, dove un manipolo di protestanti, guidati da Matthieu Merle, fecero irruzione nella cattedrale massacrando e sgozzando tutti i presenti. Solo con l'editto di Nantes fu riportata la calma nel Gévaudan.
Al vescovo Giacinto Serroni si deve l'istituzione del seminario diocesano, il 20 ottobre 1666, affidato ai preti della congregazione della Dottrina cristiana. La diocesi di Mende è ai confini con zone di diffusione del calvinismo, pertanto è importante che i preti ricevano una solida formazione teologica per contrastare la diffusione delle idee protestanti.[3] Nell'Ottocento saranno i gesuiti a gestire per un certo periodo il seminario.
Agli albori del XVIII secolo la diocesi di Mende fu turbata dall'insurrezione dei Camisards, una setta che seguiva delle presunte profezie, influenzate in certa misura dal calvinismo, e che resistette in armi contro l'esercito francese per una ventina d'anni. L'8 marzo 1715Luigi XIV annunciò la completa estinzione della setta.
Il 6 ottobre 1822 la diocesi di Viviers fu ristabilita con la bollaPaternae charitatis di papa Pio VII, recuperandone l'antico territorio dalla diocesi di Mende, che ritornò ad essere suffraganea dell'arcidiocesi di Albi.
L'8 dicembre 2002, in seguito alla riorganizzazione delle circoscrizioni diocesane francesi, la diocesi di Mende è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Montpellier.[4]
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
François Jacolin, M.D.P. (16 gennaio 2007 - 29 maggio 2018 nominato vescovo di Luçon)
Benoît Bertrand (17 gennaio 2019 - 4 giugno 2024 nominato vescovo di Pontoise)
Statistiche
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 76.520 persone contava 55.000 battezzati, corrispondenti al 71,9% del totale.
anno
popolazione
presbiteri
diaconi
religiosi
parrocchie
battezzati
totale
%
numero
secolari
regolari
battezzati per presbitero
uomini
donne
1949
80.000
95.000
84,2
415
400
15
192
690
213
1969
70.000
76.175
91,9
306
284
22
228
75
578
133
1980
63.300
75.100
84,3
238
235
3
265
18
400
138
1990
66.000
79.000
83,5
191
190
1
345
26
370
138
1999
63.000
73.500
85,7
160
154
6
393
3
19
233
135
2000
61.000
73.500
83,0
162
155
7
376
3
19
232
135
2001
60.000
73.500
81,6
156
152
4
384
3
13
225
135
2002
60.000
73.500
81,6
145
142
3
413
2
12
218
135
2003
60.000
73.500
81,6
139
134
5
431
3
14
202
135
2004
58.000
73.830
78,6
126
122
4
460
4
14
183
135
2013
60.800
78.400
77,6
76
75
1
800
5
4
126
135
2016
60.667
76.700
79,1
66
66
919
5
2
94
135
2019
55.000
76.300
72,1
60
59
1
916
4
4
83
135
2021
55.000
76.520
71,9
52
52
1.057
4
2
52
135
Note
^Sulla figura di questo santo, protovescovo di Mende, la critica storica non è unanime; ritenuto a lungo evangelizzatore del Gévaudan e primo vescovo, nel Settecento il vescovo Gabriel-Florent de Choiseul-Beaupré lo depennò dalle liste episcopali diocesane, in quanto, per una confusione nella lettura e nell'interpretazione dei testi antichi, Severiano episcopus Gabalensis (Gabala in Siria) divenne episcopus Gabalitanus, ossia del Gévaudan. Su questa posizione concordano Duchesne e altri autori moderni (Félix Buffière, Ce tant rude Gévaudan, Mende 1985, I, 175-176); favorevoli al dato tradizione Jean-Baptiste Pascal e gli autori dell'Histoire générale de Languedoc.
^Da questa posizione si discosta Pascal, secondo il quale Mende fu fin dal principio sede dei vescovi del Gévaudan.
^Attestato da Gregorio di Tours, il suo martirio è tradizionalmente assegnato tra il 255 e il 260. Gams tuttavia non indica nessuna cronologia; Duchesne propende per l'inizio del IV secolo, mentre l'Histoire générale de Languedoc per l'inizio del V secolo.
^Al primo concilio di Arles la Chiesa del Gévaudan è rappresentata dal diacono Geniale; la tradizione ha dato per scontato che sia diventato in seguito vescovo, mentre Gallia christiana, Duchesne e l'Histoire générale de Languedoc lo escludono. Pascal (p. 164) fa notare che nel IV secolo un Geniale era vescovo di Cavaillon e che in alcune fonti manoscritte il termine Cavallicensis (Cavaillon) è confuso con Gabalicensis (Gévaudan).
^Vescovo ricordato dalla tradizione liturgica, ma sul quale, come riferisce Gallia christiana, non si conosce nulla, né della vita né del tempo in cui è vissuto. Pascal (p. 161) suggerisce la possibilità che questo san Firmino possa essere l'omonimo santo e vescovo di Amiens.
^Attestato da Gallia christiana sulla base del manoscritto di Jean Savaron, scoperto e pubblicato all'inizio del XVII secolo da Polycarpe de la Rivière, abate di Bompas. Per molti storici, tra cui Duchesne, Polycarpe de la Rivière era un falsario e spurie tutte le sue presunte scoperte e informazioni, compreso il vescovo Valerio.
^Secondo Duchesne, questo santo è il medesimo sant'Ilario del VI secolo. Il suo nome appare nella vita di sant'Enimia, che è piuttosto tardiva e romanzata (Félix Buffière, Ce tant rude Gévaudan, vol. I, capitoli 8 e 12).
^I vescovi Giovanni e Hermon sono ignoti a tutte le fonti citate, ad eccezione del sito webArchiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. della diocesi.