In attesa dei risultati degli scavi archeologici tuttora in corso, la più importante testimonianza sulla presenza cristiana nel territorio è la catacomba scavata sul pendio orientale della collina di Monticastri, tra Carsulae e Vicus Martis. Si tratta dell'unica catacomba conosciuta dell'Umbria, ancora attiva durante il IV e il V secolo.[2]
La tradizione attesta l'esistenza di una diocesi nel Vicus Martis Tudertium, a cui vengono attribuiti due santi vescovi[3]: san Brizio, vissuto nel I secolo e celebrato il 9 luglio[4], il quale è però ricordato come protovescovo da diverse diocesi umbre; e san Felice, martire dell'inizio del IV secolo, che secondo una passio medievale fu decapitato il 30 ottobre, giorno della sua commemorazione.[5]
Sono stati espressi dubbi sulla reale esistenza di una diocesi nel Vicus Martis Tudertium, non attestata da alcuna fonte coeva. Secondo quanto scrive Andrea Czortek[6], «assai discutibile è l'esistenza di una diocesi a Martana, già esclusa con convincenti argomentazioni dal Lanzoni, dal Bullough e dal Bartoli Langeli, ma recentemente riproposta dal Nessi».