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Motivo: Voce che parla quasi esclusivamente della prematura scomparsa, ma il triste fatto le ha precluso una carriera rilevante, come da fonte non aveva ancora vinto nemmeno un titolo italiano senior. Anche la FIN le dedica solo 3 righe all'interno di un articolo che ricorda tutti gli scomparsi.
Nata a Genova, si avvicinò al nuoto agonistico a Milano nella piscina dei Canottieri Olona. A diciassette anni era una promessa del nuoto italiano, vantando i primati personali di 1'13"6 nei 100 delfino e di 6'01"8 nei 400 misti[1].
Dopo una prima apparizione in maglia azzurra, il 28 gennaio 1966 fu convocata con altri sei compagni di squadra per l'importante meeting di Brema con la partecipazione di nuotatori americani, australiani e giapponesi. Samuele era la più giovane del gruppo. La riunione sembrava il trampolino ideale per una consacrazione internazionale sua e dell'intera squadra nazionale[2].
Purtroppo la caduta in fase di atterraggio del volo Lufthansa dove erano imbarcati i nuotatori italiani dette luogo alla tragedia aerea di Brema, con il suo carico di lutti, dopo una serie incredibile di coincidenze: la rinuncia al treno per attendere il decollo di un volo della Swissair da Linate a Zurigo nonostante la nebbia e da lì a Francoforte dove la comitiva perse la coincidenza per Brema, infine il trasferimento sul tragico volo Lufthansa 005.
La sua salma fu tumulata nel Cimitero monumentale di Milano, al di sotto di un basamento in granito sul quale sono scolpiti i cinque cerchi olimpici. La lastra è sormontata da una statua in bronzo di Tonino Grassi che raffigura una giovane atleta, caratterizzata da linee sinuose come un delfino che sta per tuffarsi nella piscina[3].