Il massimo grado gerarchico dell'Arma dei Carabinieri è oggi quello di comandante generale, denominazione che nel corso degli oltre due secoli di vita dell'Istituzione è stata più volte mutata:
13 luglio 1814: nasce il Corpo dei carabinieri reali e il suo primo comandante o, come veniva chiamato allora, comandante supremo fu il generale d'armata Giuseppe Thaon di Revel di Sant'Andrea in quanto presidente capo della Direzione generale di buon governo alle cui dipendenze era stato posto il Corpo dei carabinieri reali all'atto della sua creazione. Le funzioni organizzative del corpo erano affidate al comandante effettivo Provana di Bussolino.
15 ottobre 1816: la Direzione generale di buon governo è soppressa così il comando del Corpo passò al colonnello Giovanni Battista D'Oncieu de la Bàtie, il primo comandante effettivo con funzione autonoma e perciò dispositiva sul Corpo.
12 ottobre 1822: il comandante del Corpo dei carabinieri diviene "ispettore generale dell'arma" a cui potevano aspirare solo gli ufficiali generali. La scelta cadde su Giovanni Battista d'Oncieu de la Bàtie. È questa la prima volta che il corpo è definito, invece, Arma, cosa che sarà sancita solo con una legge del 30 settembre 1873.
9 febbraio 1832: l'ispettore generale dell'Arma diviene "comandante generale", incarico attribuibile a un maggiore generale. Il primo fu il generale Luigi Maria Richieri di Montichieri.
16 novembre 1882: l'Arma torna ad avere un organo di comando individuale denominato Comando dell'Arma dei carabinieri, cui venne preposto un tenente generale, coadiuvato da un comandante in seconda, maggiore generale e da un segretario. Il primo a ricoprire questo ruolo fu il tenente generale Leonardo Roissard de Bellet, che già l'esercitava di fatto come presidente del soppresso Comitato.
26 luglio 1883: si stabilisce che il Comando dell'Arma assume il titolo di "Comando generale dell'Arma dei carabinieri reali". Il tenente generale Roissard continuò nelle sue funzioni come comandante generale.
1946: con la Repubblica il titolo perse la denominazione "reale" divenendo semplicemente "Comando generale dell'Arma dei carabinieri".
31 marzo 2000: i carabinieri vengono elevati a forza armata autonoma con rango di forza armata, e quindi il comandante generale potrà essere un ufficiale generale proveniente dai suoi ranghi.
6 maggio 2004: viene nominato il primo comandante generale proveniente dall'Arma dal dopoguerra: gen. c.a. Luciano Gottardo.
A parte le differenti definizioni assunte nel tempo dal ruolo di responsabile e comandante supremo dell'Istituzione, quello che segue è l'elenco dei comandanti generali dal 1814 ai nostri giorni:
Il comandante in seconda dell'Arma dei carabinieri è oggi denominato "vice comandante" e fino al 2004 era il massimo grado raggiungibile per un ufficiale generale dei carabinieri.
Anche questo ruolo ha subito una evoluzione nel tempo, e in alcuni periodi è stato soppresso:
26 ottobre 1833: è istituito ufficialmente la carica di "comandante in seconda" il cui compito è di coadiuvare il comandante generale e rimpiazzarlo all'evenienza.
19 marzo 1852: la carica di comandante in seconda del Corpo è soppressa. Le sue attribuzioni sono assegnate a un colonnello alle dirette dipendenze del comandante generale.
14 luglio 1887: l'incarico è nuovamente soppresso e al comandante generale si affiancano due maggiori generali addetti e di un ufficio di segreteria.
9 luglio 1916: si istituisce, in "via provvisoria per la durata della guerra la carica di comandante in seconda dell'Arma dei carabinieri, da conferirsi a un maggiore generale o tenente generale".
14 giugno 1934: viene ristabilito il ruolo di comandante in seconda al quale è affiancato un ufficio del comandante in seconda.
1º ottobre 1936: si sopprime nuovamente il titolo di comandante in seconda sostituendolo con quello di vice comandante generale, ancora oggi in vigore.
4 agosto 1984: si stabilisce che il vice comandante generale dell'Arma dei carabinieri sia il generale di corpo d'armata (grado ora raggiungibile) in servizio permanente effettivo dell'Arma più anziano in ruolo, nominato, su proposta del comandante generale, con decreto del ministro della Difesa. Il ministro della Difesa ha facoltà, nell'interesse dell'amministrazione, di escludere, con provvedimento motivato, il generale di corpo d'armata più anziano e di procedere alla nomina del generale di corpo d'armata che lo segue in ordine di anzianità.
In base all'art. 168 del Codice dell'ordinamento militare (D.lgs. 15 marzo 2010 n. 66), il vice comandante generale:[3]
è il generale di corpo d'armata in servizio permanente effettivo più anziano in ruolo tra quelli che si trovano ad almeno un anno dal limite di età per la cessazione dal servizio permanente e viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della difesa. Il decreto di nomina è predisposto dal Comandante generale e trasmesso dal Capo di Stato Maggiore della Difesa;
rimane in carica con mandato della durata massima di un anno, senza possibilità di proroga o rinnovo, salvo che nel frattempo non debba cessare dal servizio permanente effettivo per limiti di età o per altra causa prevista dalla legge;
è gerarchicamente preminente rispetto agli altri generali di corpo d'armata dell'Arma dei carabinieri, e si distingue da loro perché le stellette sulle controspalline sono bordate di rosso. Alla cessazione dall'incarico, rimane bordata di rosso la prima stelletta (sovrastante la greca);
esercita le funzioni vicarie in caso di assenza o di impedimento del Comandante generale e lo coadiuva, assolvendo le funzioni e i compiti delegati; presiede la commissione ordinaria di avanzamento degli ufficiali dei carabinieri e su delega del Comandante generale effettua ispezioni agli Alti Comandi dell'Arma.
Elenco dei vice comandanti generali dell'Arma dei carabinieri fino al 2004