Nacque a Campi Salentina (provincia di Lecce) il 18 luglio 1915,[1] dopo aver conseguito la maturità classica si iscrisse alla facoltà di Lettere dell'Università di Torino, dove si appassionò al mondo dell'aviazione. Nel giugno 1935 iniziò a frequentare la Scuola di pilotaggio per ufficiali di complemento della Regia Aeronautica, al termine della quale, con il grado di sottotenente partì per l'Africa Orientale Italiana dove rimane fino al febbraio 1940.[N 1] Durante le operazioni di controguerriglia ottenne il passaggio in servizio permanente effettivo per meriti straordinari, due encomi solenni, una Medaglia di bronzo al valor militare, e la promozione a tenente per merito di guerra.
Rientrato in Patria, dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, combatte durante la Battaglia delle Alpi Occidentali e nella Campagna di Grecia, dove rimase gravemente ferito all'addome da una scheggia di proiettile contraereo. Ritornato in servizio attivo nel febbraio 1941, nel giugno dell'anno successivo fu promosso capitano per meriti di guerra.
Il 14 maggio del 1944,[1] in fase di rientro da una missione di aviorifornimento alle truppe partigiane a Kolašin,[3] nei Balcani, la sua squadriglia[N 2] fu intercettata in volo da una formazione di circa 20 cacciaMesserschmitt Bf 109G della Luftwaffe e al termine del furibondo combattimento risultarono abbattuti cinque bombardieri italiani e altrettanti caccia nemici.[3]
Con l'apparecchio in fiamme, dopo aver ordinato ai membri superstiti dell'equipaggio di lanciarsi con il paracadute, decise di cercare di riportare a terra le salme dei caduti presenti a bordo. Il velivolo, gravemente danneggiato, precipitò in mare causando la sua morte.[3] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
Nel 1983 l'Aeronautica Militare gli ha intitolato l'aeroporto di Sigonella, sede del 41º Stormo Antisommergibile. A Cosimo Di Palma nel 1952 fu intitolato il Circolo cittadino del suo paese, Campi Salentina, e, fin dalla sua costituzione, avvenuta nel 1958, la sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Lecce. Gli sono state intitolate vie a Campi Salentina (Viale Nino Di Palma), ad Acate e Lecce.
«Abile pilota, valoroso combattente, dava, in quattro anni di guerra, molte luminose prove di leggendario ardimento. Ferito grave in combattimento e sopravvissuto miracolosamente al difficile atto chirurgico cui si era sottoposto, rientrava volontariamente in linea nonostante ancora debole e convalescente. All’indomani dell’armistizio, fedele al giuramento prestato, chiedeva fra i primi ed otteneva di partecipare alla lotta di liberazione. Alla testa della propria squadriglia, attaccato in mare aperto da soverchiante caccia nemica, sosteneva strenuamente l’impari combattimento. Con l’apparecchio in fiamme, deciso ad ogni costo di riportare in Patria le salme dei caduti, rinunciava ad ammarare, e in prossimità della costa, dato l’ordine ai superstiti di lanciarsi col paracadute, affrontava da solo, il generoso disperato tentativo che doveva coronare con un’aureola di gloria il suo sacrificio supremo. Cielo dell'Adriatico, 14 maggio 1944.» — Decreto Luogotenenziale 22 dicembre 1945[4]
«Capo equipaggio di velivolo da bombardamento partecipava a numerose azioni duramente contrastate dal nemico e spesso in condizioni di tempo avverse su munite basi aeronavali. Esempio ai compagni per ardimento, saldezza d'animo e senso del dovere. Cielo del Mediterraneo, luglio 1941-aprile 1942.» — Regio Decreto 8 febbraio 1943[5]
«Capo equipaggio di velivolo da bombardamento, a più riprese attaccato da caccia avversario sulla rotta di avvicinamento all'obiettivo, persisteva nel portare a compimento un'azione notturna su munita base nemica, anche quando, in fase di sgancio, la reazione avversaria diveniva più precisa ed efficace. Sebbene più volte colpito dalla caccia nemica e con feriti a bordo, dopo fortunosa navigazione col velivolo fortemente menomato, e per lungo tratto ancora inseguito dalla caccia riusciva ad atterrare di notte, senza carrello, sul campo di partenza portando così a salvamento tutto l'equipaggio. Cielo del Mediterraneo, 1º marzo 1943.» — Decreto Luogotenenziale 16 novembre 1945[6]
«Pilota di apparecchio da bombardamento ha compiuto oltre 420 ore di volo, partecipando alle più importanti azioni per il consolidamento della conquista dell'Impero. Volatore instancabile, combattente valoroso, sprezzante del pericolo, dal cuore saldo, dall'animo capace delle più alte dedizioni ha portato la sua offesa sino alle più lontane regioni dell'Impero, rientrando numerose volte colpito dalla reazione avversaria. Ufficiali di doti eccezionali di grande rendimento, esempio costante di attaccamento al dovere. Cielo dell'Impero, 2 settembre 1936-12 aprile 1938.»
«Abile e valoroso capo equipaggio e capo pattuglia di velivolo da bombardamento, portava a termine ardite azioni sulle linee dell'interno del territorio nemico, contrastate da violenta azione aerea e contraerea. Cielo della Grecia e della Jugoslavia, aprile 1941-XIX.» — Regio Decreto 22 dicembre 1941[8]
«Capo equipaggio di velivolo da bombardamento, già distintosi in precedenti cicli operativi, confermava una volta ancora le sue belle doti di combattente animoso e di pilota ardito in numerose missioni di guerra. Cielo del Mediterraneo, 14 maggio 1942-17 maggio 1943.»
Note
Annotazioni
^Totalizzò in Africa Orientale 420 ore di volo in operazioni di guerra.