Il brano è stato scritto e composto dalla stessa cantante assieme a Alessandro La Cava e Francesco Catitti, quest'ultimo anche produttore del brano.[2][3] In un'intervista rilasciata a Sky TG24, Federica Carta ha raccontato il significato del brano:[4]
«L'ho scritto nel 2020 assieme ad Alessandro La Cava e Katoo. Parla di quanto sia difficile affrontare la solitudine soprattutto nei momenti in cui non la accetti. E’ uscito ora perché sto meglio. Ho sofferto di depressione per due anni ed è anche il periodo in cui sono stata più ferma perché non riuscivo a esprimere i miei pensieri e non diventavano musica. Oggi vivo bene la solitudine. [...] Sono cresciuta in un contesto molto aperto con due figure genitoriali gentili col prossimo, mai ho sentito frasi di giudizio. Ci vorrebbe meno ignoranza. Io sono così come mi vedi e non incolpo. Però stigmatizzo le opinioni non richieste, quelle che tutti si sentono di affidare ai social»
(Federica Carta)
Promozione
La cantante ha aperto un profilo sulla piattaforma su abbonamento OnlyFans in cui ha reso disponibile il video del brano ed altri contenuti ad esso correlati.[5] Successivamente la cantante ha raccontato che i proventi derivanti dagli abbonati saranno devoluti all’ospedale ospedale San Raffaele Turro di Milano. In un'intervista rilasciata a Vanity Fair la cantante ha spiegato la scelta di iscriversi al sito e di devolvere i guadagni alla struttura:[6]
«Avevo bisogno di attirare l’attenzione e OnlyFans mi è sembrato il modo giusto per farlo. Volevo fare qualcosa di nuovo per il mio progetto artistico, prendere una piattaforma che solitamente è utilizzata per qualcosa di completamente diverso. [...] Soprattutto nell’ultimo anno mi sono resa conto di quanto sia effettivamente costoso curarsi quando c’è di mezzo la propria mente e vorrei, nel mio piccolo, dare un contributo. Sosterrò il progetto dell'Ospedale San Raffaele Turro che si occupa della cura di patologie come la depressione l'ansia e le dipendenze. Renderò pubblici i passaggi del mio supporto perché è giusto così, quando si ha a che fare con la beneficenza è importante dimostrare che si fanno le cose per bene»