Il 26 gennaio 2021, il generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate, ha contestato i risultati del ballottaggio e ne ha chiesto la riverifica, altrimenti l'esercito sarebbe intervenuto per risolvere la crisi politica in corso. La commissione elettorale ha però negato queste accuse[5].
Eventi
Il consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, il presidente Win Myint e altri leader del partito al governo sono stati arrestati e detenuti dal Tatmadaw, l'esercito del Myanmar. In seguito, l'esercito del Myanmar ha dichiarato lo stato di emergenza della durata di un anno e ha affermato che il potere era stato consegnato al comandante in capo delle forze armate Min Aung Hlaing[6][7][8].
In una dichiarazione televisiva, i militari hanno giustificato questo colpo di Stato con la necessità di preservare la "stabilità" dello Stato. Hanno accusato la commissione elettorale di non aver posto rimedio a "enormi irregolarità" che sarebbero avvenute, secondo loro, durante le ultime elezioni. L'esercito ha comunicato inoltre che verrà istituita una "vera democrazia multipartitica" e che il trasferimento dei poteri avverrà solo dopo "lo svolgimento di elezioni generali libere ed eque"[9].
Le telecomunicazioni nel Paese hanno risentito gravemente degli eventi: le linee telefoniche nella capitale sono state tagliate,[10] la televisione pubblica ha interrotto le trasmissioni per "problemi tecnici"[11] e l'accesso a Internet è stato bloccato.[12]
Sei mesi dopo il colpo di stato, il 1º agosto 2021, Min Aung Hlaing sostituì il Consiglio di Amministrazione dello Stato con un governo di transizione e si affermò come primo ministro del paese.
A seguito del golpe iniziano nel Paese una serie di proteste di massa.
Anche nei giorni successivi al golpe si sono susseguite manifestazioni pacifiche in Myanmar, che, tuttavia, sono state represse duramente dalla polizia e che hanno portato alla dichiarazione della legge marziale in buona parte del Paese.
Un gruppo di circa 200 immigrati birmani e alcuni attivisti pro-democrazia thailandesi tra cui Parit Chiwarak e Panusaya Sithijirawattanakul hanno organizzato una protesta contro il colpo di Stato presso l'ambasciata birmana a Bangkok, in Thailandia. Secondo quanto riferito, alcuni manifestanti hanno mostrato il saluto con tre dita, il simbolo usato durante le proteste pro-democrazia thailandesi.[13] La protesta si è conclusa con una repressione da parte della polizia; due manifestanti sono stati feriti e ricoverati in ospedale, e altri due sono stati arrestati.[14]
Anche a Tokyo, in Giappone dei cittadini birmani si sono riuniti davanti all'ufficio delle Nazioni Unite per protestare contro il colpo di Stato.[15]
In risposta al colpo di Stato, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione di emergenza, in cui è stata proposta una risoluzione redatta dai britannici che sollecitava il "ripristino della democrazia" in Myanmar, condannava l'azione dei militari del Myanmar e chiedeva di rilasciare i detenuti. La dichiarazione non è stata rilasciata a causa del mancato sostegno di tutti i 15 membri del consiglio.[38][39][40][41]Cina e Russia, in quanto membri permanenti del consiglio e quindi con potere di veto, hanno rifiutato di appoggiare la dichiarazione.[42] Gli attivisti birmani contro il golpe hanno ricevuto sostegno online dai manifestanti pro-democrazia thailandesi, da quelli di Hong Kong e da molti taiwanesi, nell'ambito della "Milk Tea Alliance".[43][44]