Donò alla cattedrale un pregevole e prezioso vaso per il crisma, di fattura veneziana, oggi conservato per sicurezza nel deposito della Banca d'Italia in piazza Umberto I; ampliò il palazzo vescovile facendovi aggiungere una torre merlata ancora oggi visibile (1470); fece realizzare da Nicola da Guardiagrele nel 1455 un busto d'argento di san Giustino, purtroppo trafugato nel 1982 e sostituito
da uno più modesto di Luciano Primavera, fece adornare la facciata della cattedrale di Chieti con tre statue rappresentanti la Vergine, san Tommaso e san Giustino.[1][2]
Fece collocare nella cappella del Presepe in cattedrale le reliquie dei santi Domiziano e Legonziano.[2]
Morì dopo oltre quarant'anni di episcopato, tra la fine del 1487 e l'inizio del 1488, e fu sepolto nella cappella del Presepe in cattedrale.[2]