Le pirofregatecorazzate di primo rango ad elica della classe Re d'Italia sono state delle unità della Regia Marina costruite tra il 1861 ed il 1863 in due esemplari.
Progetto
Le navi vennero costruite nell'ambito del programma di riarmo navale propugnato da Camillo Benso conte di Cavour per la Regia Marina del dopo unità d'Italia, ma la loro costruzione venne effettuata all'estero, in parte perché i cantieri italiani non possedevano ancora le tecnologie necessarie, in parte per la contemporaneità di costruzione originata dal programma che prevedeva ben 12 navi corazzate da schierare[2].
Caratteristiche
Le navi avevano uno scheletro in legno sul quale venivano imbullonate le piastre di ferro che formavano la corazzatura, e l'armamento era disposto tradizionalmente in bordata lungo le fiancate, mentre il timone non godeva di alcuna protezione[3]. Nonostante la propulsiione fosse ad elica, con la forza motrice prodotta da 6 caldaie a vapore per complessivi 800 SHP, erano previsti anche tre alberi, due a vele quadre ed uno a vele auriche per la navigazione a vela[3]. Le navi, con artiglierie principali ad anima rigata e a retrocarica con caratteristiche diverse tra le due navi, erano anche dotate di uno sperone in ferro fuso applicato a prora[3]. Lo scafo non era compartimentato, risultando estremamente vulnerabile ad uno squarcio da speronamento. Le navi non possedevano una eccelsa manovrabilità, cosa che con il timone non protetto divenne un grave handicap in combattimento[4].
Il suo unico rilevante impiego operativo fu la battaglia di Lissa, dove era inquadrata come la Re d'Italia nella Squadra di Battaglia - Navi corazzate dell'ammiraglio Persano, nella 3ª Divisione comandata dal capitano di vascelloAugusto Riboty.
Note
^benché si sia lungamente ritenuto che questa fosse l'unica immagine conosciuta della Re d'Italia, recentemente è stato accertato che la fotografia si riferisce quasi certamente alla gemella Re di Portogallo - si veda http://digilander.libero.it/carandin/reditalia.htm
^Nascita della Regia Marina, su marina.difesa.it, Marina Militare italiana. URL consultato il 1º novembre 2010.