Figlia d'arte, rimase orfana a quindici anni: il padre Giuseppe, appassionato e discreto giocatore, morì durante un torneo di scacchi a Viareggio.
Nel 1976, a settantuno anni, Clarice fu uccisa da un suo vicino di casa, un contadino impazzito che aveva appena ucciso la moglie e due figli, nelle campagne di Rufina, in località Poggio a Vico (attuale città metropolitana di Firenze).
Carriera scacchistica
Sonja Graf, avversaria della Benini nel 1936 e 1937, in una foto del 1934
Vera Menchik, la più forte giocatrice dell'epoca, 1935 circa
Nel 1936 si classificò al secondo posto, su dodici partecipanti, dietro la forte giocatrice tedescaSonja Graf, nel torneo internazionale femminile di Semmering, nei pressi di Vienna. Per questo successo l'ASI (Associazione Scacchistica Italiana, denominazione della Federazione Scacchistica Italiana dal 1928 al 1946) le assegnò il titolo di maestro ad honorem.
L'ottimo risultato è ancora più eclatante se si considerano la modesta esperienza internazionale di Clarice (al suo secondo torneo importante) e la personalità della vincitrice: la cecoslovacca Vera Menchik che concluse il torneo con 14 punti su 14.
La Menchik vinse ininterrottamente tutti i sette titoli mondiali disputati dal 1927 al 1939 con altissimi punteggi e solo la sua morte, avvenuta in un bombardamento a Londra nel 1944, pose fine ad un predominio assoluto.
Dopo il lusinghiero risultato di Stoccolma, l'ASI organizzò i campionati femminili italiani e Clarice vinse le prime due edizioni: nel 1938 a punteggio pieno e nel 1939, precedendo, in entrambe le occasioni, Nelly Lanza.
Successivamente i campionati non furono più disputati e riprenderanno solo nel 1973.
La Benini partecipò nuovamente al mondiale femminile nel 1950 a Mosca, i primi organizzati dopo la guerra. La mancanza di una adeguata preparazione non permise all'italiana di ripetere il successo del 1937. Ottenne, comunque, un buon punteggio classificandosi al nono posto.
Raggiunse ancora altri lusinghieri risultati nei tornei internazionali femminili di Abbazia (1953-54) dove si piazzò seconda con 13,5 punti su 17, di Gardone (1956) che la vide imbattuta al primo posto e di Amsterdam (1957) ancora prima ed imbattuta.[1]
Nella sua carriera Clarice partecipò dignitosamente, oltre a quelli femminili già citati, anche ai campionati italiani "assoluti".
La Benini continuò a giocare presso il Circolo Scacchistico Fiorentino per qualche anno ancora, poi abbandonò l'attività agonistica per una malattia agli occhi, a metà degli anni sessanta.
Per i risultati raggiunti ed il suo gioco aggressivo e brillante è considerata la più forte giocatrice italiana di tutti i tempi e tra le migliori dell'Europa occidentale.
Partite
Sono trascritte due vittorie della Benini in notazione algebrica italiana. La prima contro la vincitrice di 17 campionati
femminili danesi, la seconda contro la più forte giocatrice francese negli anni cinquanta e sessanta. Chaudè de Silans fu, anche, la
prima donna a prendere parte alle Olimpiadi "maschili".
Clarice Benini. Omaggio alla campionessa di scacchi di Alessandra Innocenti e Lorenzo Barsi, Il Delta della Luna Associazione culturale. Ampia biografia, carriera scacchistica e bibliografia. E-book in formato PDF di pubblico dominio, nel sito Linux InterFlorence.