Il luogo di culto delle comunità di Bolentina e Montes viene ricordato per la prima volta nel 1348 in un testamento nel quale si fa riferimento ad un lascito di olio. La solenne consacrazione fu celebrata nel 1474, e in alcuni documenti la chiesa viene indicata anche con la dedicazione a Santa Maria Maddalena. Nel 1533 l'edificio originale fu ampliato con la costruzione di una seconda navata, posta a sinistra della navata principale. La chiesa venne elevata a dignità curaziale legata alla pieve di Malè, la chiesa di Santa Maria Assunta, nel 1605. Attorno al 1530 la sala fu ampliata con la costruzione della cappella nella navata a destra e circa quarant'anni dopo fu necessario restaurare questa cappella che rischiava di crollare. Nel 1751, a lavori ultimati, fu celebrata una seconda consacrazione.[1][2][3]
Tra il 1766 e il 1768 vennero rifatte o consolidate le coperture e fu posata una nuova pavimentazione. L'altare maggiore storico venne costruito nel 1775 e nello stesso anno il presbiterio venne decorato a stucco. Tra il 1864 e il 1894 la sala venne ampliata con la probabile costruzione della cappella di sinistra. Sembra che in tale periodo sia stata rifatta pure la facciata. Venne elevata a dignità di chiesa parrocchiale nel 1924 e nei due anni successivi Metodio Ottolini ne arricchì di decorazioni gli interni. Nel 1947 venne condotto un restauro conservativo alla torre campanaria.[1][2][3]
L'ultimo importante intervento ha riguardato l'adeguamento liturgico realizzato nel 1968. La mensa rivolta al popolo è stata posta esterna al presbiterio storico che quindi è stato prolungato verso la navata. L'ambone si trova vicino all'arco santo e la sede del celebrante è costituita da una sedia in legno. Le balaustre sono state quasi certamente ridotte e l'altare maggiore storico è stato mantenuto per la custodia eucaristica nel suo tabernacolo. Anche il fonte battesimale è stato mantenuto ma la sua posizione è stata mutata quindi si trova a destra dell'arco santo.[1]
Descrizione
Esterni
La chiesa si trova in posizione panoramica, elevata e isolata rispetto ai due piccoli centri abitati di Bolentina e Montes, leggermente più vicina al secondo. Il suo orientamento è quello tradizionale verso est e accanto vi si trova il cimitero delle due comunità. La facciata a capanna non è simmetrica e la parte di sinistra è più ampia, corrispondendo alla navata laterale secondaria. Il portale è architravato e sormontato da una finestra a lunetta cieca affrescata da Metodio Ottolini. Sopra, in asse, si apre il piccolo oculo. La torre campanaria si alza sulla destra, verso meridione, in posizione arretrata. La cella è doppia e si apre con due ordini di finestre a bifora conclusi dalla copertura a forma di piramide acuta a base quadrata.[1][2][3]
Interni
La sala è composta da due navate entrambe dotate di cappelle laterali che ne ampliano la superficie. Il presbiterio è leggermente rialzato. Nella sala è conservata la pala raffigurante San Valentino attribuita al pittore di Vermiglio Domenico Del Pero.[1][2][3][4]