A Ravina anticamente eisteva una cappella dedicata alla Madonna della Cintura, di proprietà della nobile famiglia Sizzo ma aperta al pubblico. Venne documentata durante una visita pastorale del 1743.[1]
Nel 1784 la popolazione del paese chiese di poter acquistare per la comunità questa piccola cappella dai Sizzo e tale richiesta ottenne l'approvazione del vicario vescovile in spiritualibus Zambaiti. Nello stesso anno quindi fu possibile arrivare a firmare l'atto notarile nel quale la famiglia nobile si manteneva alcuni diritti, come il possesso di una chiave della chiesa e la possibilità di costruire, sopra la sacrestia, una stanza per un accesso a loro riservato al luogo sacro.[1]
La chiesa, che ebbe la nuova dedicazione per la Traslazione di Santa Marina, ottenne la dignità curiaziale nel 1794 come sussidiaria di Sant'Apollinare di Trento e quasi subito iniziarono i lavori di ampliamento per adattarla alle esigenze dei fedeli e rendendola la chiesa principale del paese.[1]
All'inizio del XIX secolo gli interni vennero decorati con stucchi da Antonio Cometti e fu benedetta nel 1804. La consacrazione solenne venne celebrata trent'anni dopo, nel 1834.[1]
Negli anni sessanta fu oggetto di interventi di restaro conservativo.[1]
Descrizione
La prima cappella appartenente alla famiglia Sizzo era dotata di un importante altare in marmo consacrato e dedicato alla natività di Maria.[2]
La nuova chiesa dedicata alla Traslazione di Santa Marina venne modificata a partire dalla cappella preesistente. Mantenne l'orientamento a ovest con una facciata a capanna adornata da quattro lesene.
Il portale è baroccheggiante ed è sormontato, nella parte alta della facciata, da un oculo rotondo.
La torre campanaria sorge a lato dell'edidificio, è munita di orologio e la copertura è a cipolla poligonale.[1]
L'interno ha una navata unica con due cappelle laterali.
La zona presbiteriale è leggermante rialzata.[1]