La cattedrale fu costruita su un edificio di culto preesistente. Fortemente voluta dal vescovoBernard de Castanet, fu iniziata il 15 agosto 1282, quando si stava spegnendo l'eco delle lotte contro l'eresia albigese e delle dispute armate con i conti di Tolosa e la città di Albi, con il proprio circondario, era passata alla corona di Francia. Memore delle vicende belliche che avevano dilaniato quelle terre, Bernard de Castanet volle che la cattedrale avesse anche caratteristiche di fortezza. La struttura principale fu terminata già nel 1380, ma numerose altre opere connesse, interne ed esterne, furono eseguite successivamente. Nel 1410 fu aperta il Portale di Dominique de Florence e nel 1480 la cattedrale fu solennemente consacrata dal vescovo Luigi I d'Amboise (vescovo di Albi dal 1474 al 1503), che fece terminare fra il 1485 ed il 1492 l'ultima parte del campanile sul donjon, edificare il coro ed il Jubé (o Pontile-tramezzo),[2] e che commissionò anche il grande baldacchino esterno (Quest'ultimo e il Jubé costruiti in pietra bianca ed in stile gotico fiammeggiante), terminato nel 1536.
Nel 1500 fu terminato anche l'insieme di splendidi affreschi del Giudizio universale, sulla parte interna che chiude la navata unica, lato opposto al coro, e quindi volta ad occidente.
Fra il 1509 ed il 1512 vennero eseguiti da artisti carpigiani, Giovan Francesco Donelli e i suoi collaboratori Agazzani e Bissoli gli affreschi sulle vele della volta.
Nel 1736 fu anche terminata la installazione del grande organo, opera di Christophe Moucherel, posto sul lato interno occidentale della navata, al di sopra degli affreschi del Giudizio Universale.
L'esterno dell'edificio è caratterizzato e dominato proprio dal dongione, fondamentalmente con una forma a parallelepipedo con base quadrata con gli angoli rinforzati da contrafforti circolari in mattoni; la torre è situata a ridosso del lato corto della navata, pertanto la chiesa è priva di facciata. I quattro ordini del campanile sono divisi da terrazze con balaustre in pietra. I due ordini inferiori, non presentano finestre, ma alte feritoie con arco a tutto sesto; il terzo ordine dal basso, invece, è decorato con archetti ogivalipensili e, su ognuno dei quattro lati, si apre una biforagotica; l'ordine superiore è ottagonale, a sua volta diviso in due ordini ulteriori, con quello inferiore quattro bifore e quello superiore otto, ed è rinforzato da tre piccoli archi rampanti e da una caratteristica struttura cilindrica in mattoni all'interno della quale si trovano le scale.
All'interno della chiesa, nell'area situata nelle cinque campate alla destra del portale e nell'abside, si trova il pregevole coro del XV secolo, preceduto da uno Jubé,[2] recinzione trasversale che separava il coro e il presbiterio dal resto della chiesa. Questa zona è definibile come il sancta sanctorum della chiesa, la parte un tempo accessibile solo ai chierici.
Si tratta di uno dei pochi Jubé rimasti fino ai giorni nostri.[5] Il coro è delimitato da un'elaborata transenna marmorea decorata con sculture e rilievi. Le sculture interne rappresentano Santi del Nuovo Testamento, mentre quelle esterne in numero maggiore i personaggi dell'Antico Testamento. A ridosso delle pareti interne, si trovano gli stallilignei intarsiati. Nella parte semicircolare, vi è un altare in marmo con mensa sorretta da pilastri e, alla sua destra, vi è la cattedra vescovile. Al centro troviamo una statua della Madonna con bambino con a destra San Giovanni Battista e a sinistra San Paolo, mentre sul lato opposto Santa Cecilia.
Le pareti
Sulla parete di controfacciata, sopra i contrafforti circolari della torre campanaria, si trovano due cicli di affreschi realizzati tra il 1474 e il 1484 raffiguranti il Giudizio Universale e la Creazione del mondo. Gli affreschi delle volte furono realizzati in stile rinascimentale italiano tra il 1509 e il 1512 da pittori di Bologna. Le dimensioni della superficie pittorica sono di 100 metri di lunghezza per 20 di larghezza.
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, ospita il moderno altare maggiore. Nella base del campanile è situata la cappella del Santissimo Sacramento, interamente affrescata e con volta a crociera.
L'organo a canne è racchiuso entro una maestosa cassa lignea decorata con sculture e rilievi; si compone del Grand Buffet e del "Positivo tergale". Il Grand Buffet presenta otto campate simmetricamente uguali separate da nove tourrelles circolari, sormontate da sculture. Le canne di mostra delle campate sono con bocca "a mitria", mentre quelle delle tourrelles sono con bocca "a scudo". Il "Positivo tergale" segue lo schema del Grand Buffet, con quattro campate separate da cinque tourrelles circolari sormontate da sculture. La consolle è a finestra ed ha cinque tastiere (di 51 note Positif de dos, prima tastiera, Grand-Orgue, seconda tastiera, e Bombarde, terza tastiera; di 27 note Récit, quarta tastiera; di 39 note Écho, quinta tastiera) e pedaliera a leggio di 30 note. L'organo dispone di 56 registri per un totale di 3578canne.
A pavimento alla destra del presbiterio si trova un secondo organo a canne di modeste dimensioni, racchiuso entro una cassa neogotica.
^abIl nome di Jubé proviene dalla benedizione che il diacono chiede al celebrante prima di leggere in Vangelo, che si affacciava proprio dalla recinzione, rivolto ai fedeli, le cui parole iniziali in latino erano: Jube Dom(i)ne benedicere….
^La separazione fra il presbiterio e la zona ove prendevano posto i fedeli fu abolita dal Concilio di Trento (1545 – 1563) e le recinzioni di separazione fatte abbattere. Rimasero invece nelle chiese ortodosse (iconostasi). Fra le poche cattedrali ove si può ancora ammirare un Jubé vi è quella di Toledo in Spagna.
Bibliografia
Didier Poux, Albi, città d'arte, ed. EPA-POUX, Albi, 1997 ISBN 2-907380-76-1
(FR) Jean Louis Biget, La cathédrale Sainte-Cécile d'Albi, Editions ODYSSÉE, Tolosa, 1998, ISBN 2-909478-05-X