La località è situata a 4,0 km dall'Italia.
L'altura principale è il monte Naverco[5] (Na vrhu), 180 m. La località è lambita dal torrente Recca (Reka).
Tutto il Collio restò in mani patriarcali fino al 1300[6] quando la sua parte orientale, compreso Castel Dobra, venne annessa dalla Contea di Gorizia, mentre la sua parte orientale (comprendente anche San Lorenzo di Brizza, San Lorenzo di Nèbola (Šlovrenc) e la maggior parte di Nèbola) rimase ai Patriarchi e passando a sua volta, dopo il 1420, sotto l'autorità della Repubblica di Venezia.
Nel 1500 gli Asburgo s'impossessano della Contea di Gorizia, un territorio fortemente ambito dalla Serenissima la quale mirava ad espandersi ad est dell'Isonzo; l'assetto territoriale tra le due potenze, stabilito dal trattato di Noyon (1516) e sancito da quello di Worms (1521), diede luogo a una linea di confine tortuosa ed incerta, con enclavi arciducali in territorio veneziano e viceversa[7]; anche la pace firmata a Madrid dopo la sanguinosa guerra di Gradisca ristabilì con meticolosa precisione il confine preesistente[7].
Tra le due guerre mondiali fu frazione del comune di Bigliana della provincia del Friuli[3] per poi passare, nel 1927, alla ricostituita Provincia di Gorizia[9]. Nel 1927 furono unificati i comuni di Bigliana e di Medana; Castel Dobra diventò il capoluogo comunale del nuovo comune, che comprendeva anche le frazioni di Barbana nel Còllio (Barbana), Bigliana (Biljana), Castelletto Zeglo (Ceglo)[10], Cosarna (Kozarno), Dornovico (Drnovk), Fleana (Fojana), Medana (Medana), Plessiva di Medana (Plešivo)[10], Salimbergo (Zali Breg), San Lorenzo di Brizza (Brdice pri Neblem), San Lorenzo di Nèbola (Šlovrenc) e Senosènchia (Snežeče).[11][12]
Fu soggetto alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il settembre 1943 e il 1945 e tra il 1945 e il 1947, trovandosi a ovest della linea Morgan, fece parte della Zona A della Venezia Giulia sotto il controllo britannico-americano del Governo Militare Alleato (AMG); passò poi alla Jugoslavia e quindi alla Slovenia, ad eccezione di parti delle frazioni di Castelletto Zeglo e Plessiva di Medana che rimasero all'Italia, passando al comune di Cormons.
Monumenti e luoghi d'interesse
Castello
Nei pressi del paese vi è un castello eretto nel XVII secolo, sopra le fondamenta di uno più vecchio, di stile rinascimentale a base quadrata con una torre a ogni angolo, fino ad oggi rimasto inalterato nel suo aspetto esteriore.
Il suo muro di cinta fu eretto presumibilmente durante la guerra di Gradisca e trasformato in seguito, dopo la cessata minaccia veneziana, in un portico; una delle torri invece divenne una cappella dedicata a sant'Antonio da Padova.
I primi proprietari del castello furono quasi certamente i Colloredo[13]. Alla fine del XVIII secolo il castello passò alla famiglia Catterini-Erzberg[14] di Gorizia, più tardi a quella dei marchesi di Montecuccoli. Nel 1872 il possedimento finì nelle mani del conte Baguer in seguito alle nozze di quest'ultimo con l'ultima discendente della famiglia Catterini.
Tra le diverse sale ammirabili al primo piano (il piano terra è ora un ristorante) vi sono il salone dei Cavalieri, con gli stemmi delle famiglie nobiliari del tempo, e la sala di Caccia ornata di pitture murali del 1894 rappresentanti i possedimenti del conte Baguer, opera di Clemente del Neri.
^Touring Club Italiano, Slovenia. Lubiana, i centri termali. Il parco del Triglav. Il Carso e la costa istriana, Touring Editore, Bergamo, 2005, p. 56.
^abrielaborazione G.I.S. a p. 21 con i confini attuali e quelli del Josephinische Landesaufnahme (1763-1787), in Isonzo-Soča n. 79/80 – ottobre/novembre 2008, pp. 18-22, “La Contea di Gorizia tra vecchi e nuovi confini”, Michele Di Bartolomeo
^Archivio di Stato di Gorizia, su archiviodistatogorizia.beniculturali.it. URL consultato il 15 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2010).
^abComprendente anche la parte ora in territorio italiano.