Alfonso Rosa, nonno del pittore, si trasferisce dalla città L'Aquila a Bitonto intorno al 1580 dove sposa Livia di Silvio Tirone: ha parecchi figli tra cui Massenzio, che sposa a Giovinazzo la nobile Giustina De Angelis, che genera cinque figli tra cui Carlo. Carlo Rosa, figlio secondogenito di mastro Massenzio Rosa, pittore, e di Giustina de Angelis, viene battezzato il 7 luglio 1613 nella chiesa parrocchiale di San Felice di Giovinazzo.[1] Secondo il I Libro delle Cresime della cattedrale di Giovinazzo, Carlo Rosa riceve, insieme al fratello maggiore Onofrio, il 16 maggio 1617, la cresima dal vescovo di Giovinazzo monsignor Giulio Masi, padrino fu don Ottavio Framarino.[2] Il 17 giugno 1643 sposa a Bitonto, dove si trasferisce, Caterina Falco originaria di Campi in terra d'Otranto ed ebbe tre figli: Fabrizio, Gaetano e Agnese.
Il 30 ottobre 1644, il chierico Massenzio Rosa, padre di Carlo, muore nella sua casa e viene sepolto nella cattedrale di Giovinazzo.
Carlo Rosa, infine, muore in Bitonto, dove risiedeva, il 12 settembre 1678. Viene sepolto nella chiesa del Crocifisso da lui stesso progettata.[3]
Tra i suoi lavori più importanti si ricordano la chiesa del Crocifisso di Bitonto, insieme alle tele e alle ricche decorazioni interne. Sempre nella sua Bitonto è venerata, nella chiesa di San Francesco di Paola, una tela (XVII secolo) raffigurante "le nozze mistiche di Santa Caterina d'Alessandria": al centro del dipinto campeggia la Vergine Maria con il Bambino sulle ginocchia, che infila un anello nuziale all'anulare della Santa Martire, testimone Sant'Anna, madre di Maria; sullo sfondo i segni del martirio, caratteristici della raffigurazione cateriniana: la ruota dentata e la spada.
Sono attribuiti al pennello di Carlo Rosa anche la decorazione dei soffitti della basilica di San Nicola di Bari e quelle della cattedrale di Lecce. Si ricorda anche il dipinto La Battaglia di Clavijo, presente nella cattedrale di Monopoli. Molte sue tele sono presenti in molte chiese pugliesi. L'intera abside della cattedrale di Giovinazzo, la tela del San Michele Arcangelo della chiesa della Santissima Maria di Costantinopoli, la tela del martirio di San Lorenzo nella omonima chiesa, il San Francesco Saverio e il San Gaetano da Thiene della Chiesa di Santissima Maria del Carmine, sempre a Giovinazzo. Inoltre numerose tele di Carlo Rosa sono presenti nella chiesa del Purgatorio a Modugno, nella chiesa del Carmine e di San Gaetano a Bitonto. Ad Andria presso la chiesa di Santa Maria Vetere[4] vi è una tela raffigurante San Francesco che riceve le Stimmate dal Bambino Gesù.
Per la Cattedrale di Matera, nel 1652, firma la tela dell'Ispirazione della regola a San Gaetano da Thiene.
Nel 1656 invece, realizza la tela di San Michele Arcangelo, che si trova nell’omonima Cattedrale di Bitetto.[5]
A Campi Salentina, sull'altare maggiore della Chiesa di Sant'Oronzo, si conserva un suo dipinto, ritenuto miracoloso, che rappresenta Sant'Oronzo che protegge le città di Campi e di Lecce.