Da Palermo può essere raggiunto a mezzo della SS 113 accedendo alla strada che lo raggiunge, subito dopo il bivio per Bagheria. Dal bivio, proseguire verso Aspra, e quindi seguire le indicazioni per Mongerbino. Nelle sue vicinanze vi è la località di Solanto famosa per l'antica tonnara non più in attività. Alle sue spalle si trova il sito archeologico di Solunto.
Storia
Sulla costa del promontorio si aprono alcune grotte che hanno restituito resti ossei di Elephas mnaidriensis insieme a materiali litici del Paleolitico superiore e frammenti ceramici assimilabili alla Cultura di Castelluccio.
Una delle prime menzioni del promontorio, la cui etimologia è riconducibile all'araboza'farān, è dovuta a Camillo Camilliani nel 1584:
«Di quivi comincian ad inalzarsi le rupi che sono eminentissime, quali formano un altissimo monte spiccato intorno et detto Capo di Zaffarana, nella superficie del quale è fabricata una pìcciola torretta di guardia (...) questo Capo è lontano dal Castello di Solanto tre miglia sotto al quale è una grotta detta Secca, e Cala dell'Osta di rocche altissime, appresso della quale c'è un altro ridotto detto La Croce per due bregantini et giunta d'esso si vede Cala del Vonico simile alla passata, e poco discosto la Cala della Palomba con due Cale di Mongerbino atte ognuna a donar ricetto a due bregantini»
(Camillo Camilliani, Descrittione delle marine dell’isola di Sicilia, manoscritto, Biblioteca Comunale di Palermo, 1584)
Territorio
Da un punto di vista geologico, il promontorio rappresenta una propaggine dei Monti di Palermo, risultante dalla sovrapposizione tettonica di due principali domini: la Piattaforma Carbonatica Panormide, calcareo-dolomitica, e il Bacino Imerese, silico clastico.[1]
Il promontorio di Capo Zafferano e il contiguo Monte Catalfano, con una superficie complessiva di 321,66 ettari, sono stati dichiarati Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.), in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE.[2]
Costa
L'areale di Capo Zafferano è costellato di punti di accesso al mare e calette rocciose: la Cala dell'Osta (forse dal latinoostium, «foce»), oggi nota come Tre Piscine o Cala del Cuore, sul lato Nord di Capo Zafferano, e la spiaggia del Lido del Carabiniere ad Ovest, un tempo Cala dell'Agnone (dal latinoangulus).
Nel 2019 la Regione Sicilia ha esteso il SIC terrestre anche al tratto di mare che va da Aspra a Porticello, che è diventato Zona Speciale di Conservazione (ITA020052) avente un'estensione di 2.514 ettari. La caratteristica di questo tratto di costa sta nella prateria di Posidonia oceanica che si estende per quasi tutto l'areale, costituendo un habitat da proteggere. Attualmente la Regione Siciliana non ha ancora definito le misure di conservazione, ma è già all'esame del Parlamento un disegno di legge, presentato dall'on. Daniela Morfino (M5S), per riconoscere i fondali di Capo Zafferano come Area Marina Protetta. L'11 dicembre 2021 il comitato promotore per l'istituzione dell'area marina protetta, costituito dal Centro Studi per lo Sviluppo Territoriale, i comuni di Santa Flavia e Bagheria, il Dipartimento delle Scienze della terra e del mare dell'Università degli Studi di Palermo e il Consorzio interuniversitario Conisma, ha promosso un convegno in cui è stata lanciata l'idea. Successivamente il 13 maggio 2022, presso la Città Metropolitana di Palermo, 32 soggetti interistituzionali, associazioni ambientaliste, associazioni della pesca, hanno firmato un protocollo d'intesa per la realizzazione dell'Area Marina Protetta.
Il suggestivo Arco Azzurro di Capo Zafferano è famoso per essere stato utilizzato per uno spot televisivo di una nota azienda di cioccolatini italiana [6].
Note
^ Abate B., Catalano R. & Renda P., I Monti di Palermo. Guida alla Geologia della Sicilia Occidentale, Palermo, Società Geologica Italiana,, 1982.