I primi a lavorarci furono il Pontormo e il Granacci, seguiti da Andrea del Sarto e, probabilmente, dal Bacchiacca.
Il risultato era così straordinario che nel 1529 la Signoria voleva farne dono a Francesco I di Francia. Si conosce la risposta che Margherita Acciaiuoli inviò seccatissima all'incaricato, Giovanni Battista Della Palla: «vilissimo rigattiere, mercantuzzo da quattro denari, questo letto che tu vai cercando [...] è il letto delle mie nozze per onor delle quali Salvi mio suocero fece tutto questo magnifico apparato...». Egli infatti, dopo l'assedio di Firenze, approfittando dell'esilio del Borgherini a Lucca, aveva provato a farle scassare dal mobilio, ma desistette.
La camera era stata disegnata da Baccio d'Agnolo ed era probabilmente un complesso di architettura lignea che comprendeva vario mobilio, rallegrato dai pannelli dipinti, tutti a olio su tavola. Vasari elencò "spalliere, cassoni, sederi e letto di noce", tutti "pieni di putti intagliati con somma diligenza" e decorati dalle pitture.
Il tema, in generale, era quello della prefigurazione della vita di Cristo e dell'esaltazione della Divina Provvidenza, nonché delle virtù cristiane.
^La dimensione delle immagini riflette, in scala, quella dei pannelli. Diversi registri dimensionali dovevano corrispondere a diversi elementi decorativi