Oddone di Savoia era il figlio quartogenito del conte di Moriana e del Chiablese, Umberto I Biancamano e di Ancilia od Ancilla d'Aosta, come ci viene confermato dal documento n° XXVII de Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti[4].
Sua madre, Adelaide di Susa, era al suo terzo matrimonio, avendo sposato in prime nozze il duca di Svevia della stirpe BabenbergErmanno IV[2] (1014 – 1038), che, secondo il Chronicon Ottonis Frisingensis, era il secondo figlio di Gisella di Svevia e del duca di Svevia Ernesto I e figliastro dell'imperatore della stirpe salicaCorrado II il Salico, terzo marito di Gisella[5]; e in seconde nozze - come ci viene confermato da una donazione al monastero di S. Antonino (Henricus marchio filius quondam Wilielmi similiter marchioni et Adalena comitissa jugales), riporta da Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti - sposò il marchese del Monferrato, Enrico[6], figlio del marchese del Monferrato, Guglielmo III, come ci viene confermato dal documento nº 1 de Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300 (Heynricus marchio filius quondam Uuilielmi similique marchioni)[7], e della moglie Waza.
Berta venne citata, senza essere nominata, nel documento n° VII de Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300, datato 1057, in cui, suo padre, Oddone, e sua madre, Adelaide, assieme ai fratelli Pietro, Amedeo e le figlie (Oddo et uxor mea Adalaicis et filii mei Petrus Admedeus et filie mee), fecero una donazione alla chiesa di Oulx[8].
Il matrimonio
Berta, era ancora una bambina, quando, per le feste di Natale del 1055, fu promessa in sposa al duca di BavieraEnrico di Franconia, figlio di secondo letto del re dei RomaniEnrico III il Nero e di Agnese di Poitou[1], che avevano desiderato l'alleanza con casa Savoia. Prima che il matrimonio venisse celebrato, nel 1056 Enrico III morì. Subito i grandi dell'impero sottrassero l'erede alla tutela e alla benefica influenza della madre Agnese di Poitou. L'imperatrice, esautorata e fatta allontanare dal regno, finì col ritirarsi in un convento a Roma. Le nozze di Enrico con Berta furono celebrate in Germania con somma magnificenza nello splendido castello di Trebur il 13 luglio 1066, come riporta anche l'Annalista Saxo[9].
Il tentativo di divorzio
In seguito, però, nel giugno 1069 a Worms davanti all'assemblea dei principi[10], Enrico chiese l'annullamento del matrimonio al papa adducendo una ragione ingiuriosa e calunniosa per la madre. Questa azione fu preceduta dal fatto che Berta non comparve nei diplomi regi dal 5 agosto 1068[10]. La tempistica del divorzio non era casuale: infatti anche il duca e cognato Rodolfo di Svevia tentò, non riuscendovi, a divorziare dalla moglie Adelaide[10]. Invano Agnese, dal suo ritiro, implorò perché il figlio non volesse disonorarsi col suo comportamento; invano la famiglia della sposa, vicina alla causa dei riformatori papali[10], lo minacciò. Egli, pertinace, insisté e fece adunare un concilio a Magonza per discutere la sua domanda. La moglie Berta si ritirò nell'abbazia di Lorsch e attese in preghiere il compiersi della sua sorte. Papa Alessandro II si fece rappresentare al Concilio da Pier Damiani al quale aveva dato le opportune istruzioni. San Pier Damiani, con la sua ispirata eloquenza, convinse tutti delle bontà delle ragioni di Agnese ed Enrico fu convinto a soprassedere[1]. Nonostante questo tentativo di separazione, i due ebbero dei figli.
Canossa e la morte
Il successore di Alessandro II, papa Gregorio VII, comminò al re dei Romani la scomunica: fu la prima volta che un monarca veniva scomunicato; il fatto ebbe terribili conseguenze, così che Enrico decise di scendere in Italia per incontrare il pontefice. Fino a quel momento Berta era stata considerata una povera donna schiacciata dalla protervia del marito; in questa circostanza si dimostrò grande: dimentica delle umiliazioni e delle violenze subite, fu l'unica a incoraggiare il marito e, contando sull'appoggio della sua famiglia di origine, lo accompagnò nel disastroso viaggio intrapreso per supplicare il papa a concedere il sospirato perdono.
L'inverno del 1077 fu rigidissimo e a Canossa, dove il papa si trovava, Enrico, scalzo, quasi nudo, sfinito, umiliato e intirizzito, dovette aspettare tre giorni per essere ammesso al cospetto del papa (umiliazione di Canossa). Pochi giorni dopo Berta ritornò col marito in Germania, dove la condotta di Enrico non aveva incontrato la soddisfazione dei sudditi: molti gli volsero le spalle e nominarono imperatore il rivale Rodolfo di Svevia, che da tempo gli contendeva la porpora imperiale. Intanto che Enrico lottava senza posa contro Rodolfo, Berta andava lentamente spegnendosi. Morì a Magonza, consumata dai dolori, nel 1087[11], dove, secondo gli Annales Sancti Disibodi venne sepolta[12]; poi però la salma, per ordine del marito imperatore[12], nel 1088, venne traslata e sepolta nella cattedrale di Spira[13], nelle tombe dei principi della casa di Franconia.
Adelaide (1070 - 4 giugno precedentemente al 1079), sepolta nel duomo di Spira, come ricorda il documento del padre, Enrico IV, datato 1102[15];
Enrico (Harzburg, 1/2 agosto 1071 - Harzburg, 2 agosto 1071), la sua tomba nel castello di Harzburg venne violata dai contadini facinorosi tre anni dopo assieme a quello dello zio e duca, anch'esso morto infante, Corrado[16]; sepolto poi nel duomo di Spira, come ricorda il documento del padre, Enrico IV, datato 1102[15];
(DE) Bruno von Merseburg: Brunonis Saxonicum bellum. Brunos Sachsenkrieg. - Übersetzt v. Franz-Josef Schmale. - In: Quellen zur Geschichte Kaiser Heinrichs IV. - Darmstadt, 1968. - (= Ausgewählte Quellen zur deutschen Geschichte des Mittelalters. Freiherr vom Stein-Gedächtnisausgabe; 12). - S. 191-405.
(EN) Frederick Lewis Weis, Ancestral Roots of Certain American Colonists Who Came to America Before 1700, Lines 45-23, 274-22, 274-23.