«Accanto ad ogni casa distrutta dalle bombe ci sono bambini che aspettano, non dimentichiamoci di loro noi che dobbiamo rifare le città, sarebbe tristissimo un mondo senza posto per i fanciulli. Eppure, guardatevi attorno, osservate le città in cui vivete, sono ideate per non tenerne conto.»
(L. Comencini, Bambini in città)
Milano, 1946. Nell'immediato secondo dopoguerra, la città è ancora un desolante cumulo di macerie: qui vivono molti bambini che trascorrono le loro giornate vagando per le rovine. Il cortometraggio denuncia l'indifferenza degli adulti ed una città inospitale per i più piccoli, ma allo stesso modo mostra come, attraverso l'immaginazione essi riescono a trasformare una città devastata dalla guerra in un campo da giochi magico e divertente.