Primo vescovo conosciuto è Berillo, che visse all'epoca dell'imperatore Caracalla (secondo decennio del III secolo), indice di una precocità della presenza cristiana nella città. Berillo, come riporta Eusebio di Cesarea, era un adozionista e, a dire dello storico, era vescovo degli arabi dei dintorni di Bosra: questa affermazione lascia supporre che a quel tempo il cristianesimo fosse diffuso non solo tra i greci della città, ma anche tra le tribù arabe del deserto circostante. Due sinodi furono celebrati a Bosra fra il 246 e il 247 per condannare Berillo.
L'imperatore Giustiniano (VI secolo), con l'avallo di papa Vigilio, sottrasse la metropolia di Bosra e le sue suffraganee dal patriarcato di Antiochia e le unì al patriarcato di Gerusalemme. Lo stesso imperatore fece erigere una cattedrale terminata nel 511/512. Tuttavia, l'incorporazione al patriarcato di Gerusalemme non durò a lungo e la provincia di Bosra ritornò alla Chiesa madre di Antiochia.
La Notitia antiochena inoltre sembra essere incompleta. Infatti gli atti dei concili ecumenici dimostrano che appartenevano alla provincia di Arabia e dunque erano suffraganee di Bosra anche le sedi di Neapoli e di Fena. Infine, le ricerche archeologiche e le scoperte epigrafiche hanno portato alla luce nomi di vescovi in località ignote alla Notitia, ma che appartenevano indubbiamente alla provincia ecclesiastica di Bosra: e cioè le sedi di Bosana e di Bacata.
Quando la città cadde nelle mani degli Arabi (prima metà del VII secolo), il cristianesimo sopravvisse forse come chiesa monofisita: Chabot infatti attribuirebbe a Bosra la lista di otto vescovi monofisiti (dal 783 al 956) menzionati da Michele il Siro come vescovi di Arabia.[9]
Iwannis Georges Stété † (20 agosto 1968 - 27 febbraio 1975 deceduto)
Note
^Il numero di suffraganee varia a seconda della ricostituzione dell'archetipo di questa Notitia episcopatuum, l'unica nota del patriarcato antocheno, ricostituzione fatta a partire dalle diverse recensioni note. Sono qui prese in considerazione gli archetipi ricostruiti da: (FR) Siméon Vailhé, La "Notitia episcopatuum" d'Antioche du patriarche Anastase, VI siècle, Echos d'Orient X, 1907, pp. 144-145. (DE) Ernest Honigmann, Studien zur Notitia Antiochena, Byzantinische Zeitschrift, nº 25, 1925, pp. 73-75.
^Sede indicata con il beneficio del dubbio da Vailhé. In un suo studio precedente, lo stesso autore ritiene che la presenza di Parembole in questa Notitia sia un errore di interpolazione. (FR) Siméon Vailhé, La province ecclésiastique d'Arabie, in Échos d'Orient, tome 2, nº 4 (1899), p. 171.
^Korolevsky, autore dell'articolo nel Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, elenca erroneamente tra i vescovi titolari tutti i vescovi della diocesi di Bitonto dal 1253 al 1423.
^abcdefgGianfranco Fiaccadori, La situazione religiosa a Bosra in età Umayyade, in La Syrie de Byzance à l’Islam, VIIe -VIIIe siècles, actes du Colloque international publiés par Pierre Canivet et Jean-Paul Rey-Coquais, Institut français de Damas, Damas, 1992, pp. 100-101.