Architettura georgiana è il nome dato nei paesi anglofoni agli stili architettonici che si sono susseguiti fra il 1720 e il 1840, che prendono il nome dai quattro monarchi inglesi chiamati George, ovvero la cosiddetta era georgiana.
L'architettura georgiana è caratterizzata dalle proporzioni matematiche utilizzate per determinare, ad esempio, l'altezza di una finestra in funzione della larghezza o la forma di una stanza. "Regolarità", che implica simmetria, era la parola d'ordine, ad esempio, della facciata nei confronti della strada. I progetti georgiani usavano spesso elementi classici e un lessico decorativo derivato dall'Antica Roma o dall'Antica Grecia.
Caratteristiche dello stile erano l'uso di pietre o mattoni e l'impiego di portici per rendere più enfatici gli ingressi.
L'architettura georgiana cercò di occuparsi e di risolvere la questione del 'linguaggio architettonico' per la città moderna, ampliando il concetto e l'ambito di 'stile' riservato all'edificio monumentale. Tra gli esempi più evidenti dell'edilizia georgiana si possono annoverare il tessuto urbano di Londra, quello di Edimburgo e di Bath.
L'architettura georgiana venne largamente esportata anche nelle colonie britanniche durante tutta l'Era georgiana. Le costruzioni americane di questo periodo erano solitamente realizzate in legno con assicelle, con la presenza di colonne esterne realizzate sempre in legno e quindi dipinte. Questo tratto distintivo era dovuto essenzialmente al fatto che nella prima fase del periodo era complesso riuscire ad ottenere ed a trasportare mattoni o pietra se non nelle grandi città. Il Dartmouth College dell'Università di Harvard, ed il College of William and Mary, sono esempi ben riusciti di architettura georgiana nelle Americhe.
A differenza dello stile barocco che andò a rimpiazzare, utilizzato principalmente per chiese e palazzi, lo stile georgiano coloniale era più semplice ed era utilizzato tanto dalle classi agiate quanto dalla borghesia. Tra gli esempi più belli di questo stile per uso residenziale citiamo la Hammond-Harwood House (1774) di Annapolis, nel Maryland, disegnata dall'architetto coloniale William Buckland e modellata sull'esempio di Villa Pisani a Montagnana, in Italia, a sua volta progettata da Andrea Palladio e descritta nel suo I quattro libri dell'architettura.
Dopo il raggiungimento dell'indipendenza, le originarie tredici colonie americane adottarono lo Stile federale che rappresentò in America l'equivalente dello Stile regency in Inghilterra, col quale molto aveva in comune.
Note
^"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, vol.5 pag.206-207