L'opera venne avviata con la collaborazione del duca Gian Galeazzo Visconti e la fabbrica venne avviata per sopperire non solo alle esigenze ed alle aspirazioni dei milanesi di avere una nuova cattedrale, più capiente, per la celebrazione delle proprie funzioni liturgiche, ma anche perché già dal 1392 l'antica chiesa metropolitana di Santa Tecla era stata reputata ormai inutilizzabile perché pericolante.[1]
Accettando il progetto di Simone da Orsenigo, Antonio di Saluzzo in quello stesso anno si preoccupò della posa della prima pietra sul luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria Maggiore e nelle immediate vicinanze del battistero di San Giovanni alle Fonti (ancora visibile tutt'oggi sotto il sagrato), entrambi edifici sacri fondati da Sant'Ambrogio nel IV secolo.
^Famosa fu la lettera che il Duca scrisse al Papa per l'occasione in cui Gian Galeazzo manifestava il proposito suo e dei milanesi che l'opera riuscisse "amplissima e immensa" (E. Bissi, Milano. Guida artistica illustrata, Milano, 1959, p.31)