Nata Anna Galbiati, aggiunse il cognome Bonomi dopo il riconoscimento del padre naturale, e si fece chiamare Anna Bonomi Bolchini dopo il suo secondo matrimonio, con l'avvocato Giuseppe Bolchini. Venne soprannominata "La signora della finanza".[1]
Biografia
Anna Galbiati era la figlia di Carlo Bonomi, un capomastro e poi costruttore immobiliare assieme ai fratelli, fondatore nel 1918 della ditta Beni Immobili Italia. La madre era invece Maria Gironi, portinaia dello stabile al 23 di corso Indipendenza dove Bonomi aveva la residenza.[2]
La giovane Anna passò molto tempo in portineria con la madre e studiò, finanziata dal padre, all'Istituto Marcelline, delle suore di Santa Marcellina.[3]
Nel 1926, al compimento dei 16 anni, Carlo Bonomi le regalò Villa Bonomi, sopra il Lago di Como, oltre a riconoscerla ufficialmente e nominarla alla sua morte erede universale. Questo spinse i fratelli nonché ex soci di Bonomi, vistisi senza più pretese ereditarie, ad intentare una causa patrocinati dall'avvocato Roberto Farinacci. La lite fu vinta da Carlo e Anna Bonomi, difesi dal giurista Francesco Carnelutti.[4]
A soli 19 anni si sposò con Angelo Raimondo Campanini, detto Dino, figlio del famoso architetto Alfredo Campanini, da cui ebbe tre figli (Carla, Alfredo e Carlo). Nel 1940, alla morte del padre, ereditò la Beni Immobili Italia, l'immobiliare paterna proprietaria di oltre 150 edifici, e ne divenne amministratrice unica in un periodo caratterizzato dalla ricostruzione bellica.[5]
Negli Anni cinquanta, Anna Bonomi costituì una nuova società, l'Impresa costruzioni Bonomi e Comolli a cui si deve la realizzazione del grattacielo Pirelli a Milano (il Pirellone) e di altri complessi immobiliari a Parigi, a Montecarlo e a Città del Messico. Si occupò anche della realizzazione di comprensori "oasi" per la media/alta borghesia milanese post boom anni '60, nel centro o nell'immediata periferia e di cui "Villa Briantea" è un esempio classico, e della prima città satellite del capoluogo lombardo, Milano San Felice.[1][2]
Si impegnò anche nelle attività di beneficenza, fondando e finanziando a partire dal 1941 l'Istituto delle Carline, in onore del padre Carlo, per l'educazione e l'assistenza delle bambine indigenti. Inoltre fu artefice della ricostruzione del Teatro alla Scala e del Conservatorio di Musica, oltre che vicepresidente nazionale del Soroptimist Club dal 1965 al '67.[13] Per questi motivi ricevette nel 1968 l'onorificenza di Cavaliere del Lavoro.[14]
Nel 1981 Anna Bonomi Bolchini si ritirò dagli affari e lasciò la gestione dell'impero di famiglia al figlio Carlo. In quello stesso anno, la famiglia Bonomi partecipò all'acquisto della Montedison, da cui acquisì tra l'altro la finanziaria Invest, poi fusa con la Beni Immobili Italia per diventare Bi-Invest.[13] Quest'ultima società, la cassaforte di famiglia, venne loro sottratta nel 1985 dall'allora presidente di Montedison Mario Schimberni in quella che è considerata la prima scalata della borsa milanese.[5]
A metà degli anni novanta il suo nome compare sulla stampa nazionale per gli sviluppi giudiziari della complessa vicenda del crac del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Il suo coinvolgimento fu legato alla partecipazione della banca nelle operazioni di vendita all’estero del Credito Varesino[15] e ne uscì con un patteggiamento nel processo di appello.[1][4] Negli stessi anni fu toccata anche dallo scandalo della P2 a causa dei suoi contatti con Sindona e lo stesso Calvi, senza però essere mai indagata né chiamata a testimoniare.[1][16]
Negli ultimi anni si dedicò soprattutto agli impegni sociali, occupandosi dell’Istituto delle Carline da lei fondato e ricoprendo un ruolo nel consiglio direttivo dell'Associazione Italiana per la promozione delle Ricerche sul Cancro.[13][17]
È morta nel 2003 a 92 anni nella sua casa di via Fatebenefratelli e, secondo la sua volontà, la notizia è stata divulgata solo a funerali avvenuti. È tumulata con i genitori nell'edicola familiare al Cimitero Monumentale di Milano.[18] Rimane una delle prime protagoniste femminili della finanza italiana,[13] come sottolineato anche nel 2023 dal Presidente della RepubblicaSergio Mattarella in un messaggio per il ventennale dalla sua morte: "Anna Bonomi Bolchini ha avuto un ruolo importante nell’imprenditoria italiana. Il suo nome è certamente tra i più significativi di quella stagione di ricostruzione e di crescita che trovò in Milano uno dei motori che hanno consentito al Paese di raggiungere traguardi di civiltà e di benessere. La sua storia personale è divenuta simbolo di emancipazione femminile in un campo, quello economico e finanziario, dove la presenza maschile era nei fatti totalizzante".[19]
In questa stessa occasione, la Investindustrial Foundation ha istituito in suo onore 18 borse di studio per giovani studentesse per permettere loro di frequentare un corso di laurea triennale presso l’Università Bocconi, proseguendo l’iniziativa benefica da lei iniziata negli anni quaranta con la creazione dell'Istituto delle Carline.[20]
Anna Bonomi con i figli Carlo, Alfredo e Carla
Anna Bonomi Bolchini con Valentina Cortese, Festa per i 60 anni della Maison Fendi, Palazzo Venezia (Roma - 1985)
Anna Bonomi Bolchini con Ornella Vanoni e Valentino, Mostra "L'atelier delle illusioni" di Valentino Garavani, Castello Sforzesco (Milano - 1985)
«Il suo primo campo di attività sulla scia dell'esempio paterno, è stato quello edilizio. Nell'immediato dopoguerra, fiduciosa nella ripresa del Paese, collaborò attivamente alla sua ricostruzione dando luogo ad un'imponente opera di costruzione di immobili. Attraverso l'effettiva direzione di diverse imprese edili, dette vita, anche successivamente, a realizzazioni di primissimo piano: basta ricordare la costruzione, a Milano, del grattacielo Pirelli, la nuova sede della Montecatini in Via Turati, il palazzo della Banca Nazionale del Lavoro in piazza San Fedele. Con la Società Beni Immobili Italia ha intrapreso la realizzazione di Milano San Felice, diretta a creare una "nuova città tutta verde" alle porte di Milano. Numerose importanti iniziative ha attuato anche nel campo industriale ed in quello commerciale. Fondò nel 1960 la Postal Market Italiana, per la vendita per corrispondenza attraverso catalogo. L'azienda è stata portata a livelli di efficienza e di prestigio in tutto all'altezza delle analoghe imponenti attività operanti all'estero. In campo benefico è presente ed attiva in molti enti cittadini. Per onorare la memoria del padre, creò, nel 1941, l'istituto "Le Carline" che accoglie ed ospita oltre 60 bambine, provvedendo alla loro amorevole e completa assistenza sino alla maggiore età. Fa parte del Consiglio Direttivo dell'Associazione Italiana per la promozione delle Ricerche sul Cancro. Attiva in molti Enti ed Istituzioni culturali, da molti anni ricopre cariche direttive anche nel Soroptmist Club.» — 1968[21]
«Direzione Generale di Protocollo del Ministero degli Affari Esteri del Messico, Diploma 246 del Libro di Onore numero 10, 26 febbraio 1974» — 1974[22]