Alfred Jules Émile Fouillée compie i suoi studi a Laval. Comincia la sua carriera da ripetitore, mentre prepara da autodidatta l'Agrégation de philosophie. Arrivato primo al concorso, a partire dal 1864 insegna filosofia nei Licei "Albert-Châtelet", al Liceo di Douai, di Montpellier e di Bordeaux. I suoi studi su Platone (1867) e Socrate (1868) furono premiati dalla "Académie des sciences morales et politiques". Viene quindi nominato "maître de conférences" a l'École normale supérieure di Parigi nel 1872. L'Università gli concede il titolo di docteur en philosophie in considerazione dei suoi due saggi Platonis Hippias Minor sive Socratica contra liberum arbitrium argumenta e La Liberté et le déterminisme.
Nei tre anni seguenti lavora assiduamente alla sua Histoire de la philosophie (1875) e a L'Idée moderne du droit (1878), il che indebolisce molto la sua salute e in particolare la vista, e ciò lo obbliga a dare le dimissioni dal suo incarico di insegnante. Libero dagli obblighi legati ai corsi, prosegue le sue investigazioni filosofiche, tentando di riconciliare l'idealismo con il meccanicismo e il naturalismo in un eclettismo speculativo.
Nel corso dei tre saggi su L'Évolutionnisme des idées-forces (1890), La Psychologie des idées-forces (1893), e La Morale des idées-forces (1907), egli elabora il concetto di idee-forza, cioè una concezione dello spirito inteso come causa efficiente della propensione delle idee a realizzarsi attraverso un'azione cosciente. I prolungamenti etici e sociologici di questa teoria, soprattutto col suo tentativo di risolvere l'antinomia della libertà, superano i semplici aspetti fisici e psicologici.
(FR) Pierre Janet, Notice sur la vie et les œuvres de M. Alfred Fouillée, in "Académie des Sciences Morales et Politiques, Séances et Travaux" (8 aprile 1916), a. LXXVI, t. 86, 1916, II (pp. 415-439 e 527-565);
(FR) Guillaume Le Quintrec, La psychologie des peuples. Histoire des idées et sociologie de la science. Les enjeux d'une définition des caractères nationaux dans la France de la seconde moitié du XIXe siècle (tesi di dottorato, École des Hautes Études en Sciences Sociales), Parigi, 1990;
(FR) Eddy Dufourmont, Nakae Chômin a-t-il pu être à la fois un adepte de Rousseau et un matérialiste athée ? Une tentative de resituer sa philosophie à la lumière de ses sources françaises et du Citoyen de Genève, in "Ebisu", 45, 2011, p. 5-25.