Nacque a Skiathos (in ital. Sciato), un'isola greca dell'arcipelago Sporadico (lett. "sparso", perché disposto in forma irregolare). La sua famiglia, come tutte le famiglie di quel periodo, era molto numerosa: aveva quattro sorelle e due fratelli. Suo padre, Adamantios Emanuil, figlio di una famiglia di marinai, era il prete dell'isola e sua madre, Agheliki Moraidi, era discendente di una famiglia nobile, originaria di Mistrà in Morea. Il cognome “Papadiamantis” deriva dalla parola “Papa” (prete) e “Diamantis” (il diminutivo del nome di suo padre Adamantios).
È stato un romanziere, scrittore di racconti, poeta, giornalista, editorialista, studioso e traduttore. Il suo stile narrativo si distingue per il suo realismo, che spesso arriva fino al naturalismo. Era un rigoroso e scrupoloso osservatore sia della società rurale sia della società ateniese del suo tempo. I suoi eroi tipici erano anticonformisti, capricciosi ed emarginati, persone naufragate sia in senso letterale sia figurato.
La sua è stata una personalità controversa. Dopo aver terminato faticosamente i suoi studi a Skiathos, nel 1872, al seguito di un suo amico, era andato al Monte Athos con lo scopo di diventare monaco; ma dopo pochi mesi decise di abbandonare il suo progetto perché non poteva adattarsi alla vita solitaria. Si iscrisse alla Facoltà di lettere e filosofia di Atene, ma non conseguì la laurea. Quindi per sopravvivere iniziò con l'impartire lezioni ai giovani, imparò da solo l'inglese e il francese e a frequentare i circoli letterari e giornalistici. Grazie alle conoscenze di un cugino inizia a pubblicare le sue traduzioni nei vari periodici dell'epoca. Il suo talento viene riconosciuto e subito diventa molto ricercato dai vari editori.
Papadiamantis è stato il primo a tradurre in greco il capolavoro di Fëdor DostoevskijDelitto e castigo. Tuttavia ciò che occupa il mondo interiore dello scrittore è la grande nostalgia per la sua isola, Skiathos. Egli amava la vita nelle sue forme più semplici e popolari. Si vestiva sempre in modo trasandato ed era molto introverso. Orgoglioso e dignitoso, soffrì la povertà ma trovò conforto nel canto bizantino, nella nostalgia di Skiathos e nello scrivere racconti in preda alla follia dell'alcool. Sempre povero e sofferente, fu costretto a tornare in patria nel 1910. Lì sulla sua amata isola, ha incontrato la morte il 3 gennaio 1911.
La lingua che usava Papadiamantis era la katharevousa, una variante artificiale della lingua greca, arcaicizzante e purista, creata agli inizi del XIX secolo sulla base dell'antico dialetto attico e utilizzata come lingua ufficiale della Grecia fino al 1976. Il suo stile narrativo combinava la katharevousa con il linguaggio della scrittura e dell'innografia ecclesiastica come anche del dialetto dell'isola di Skiathos, utilizzato soprattutto nei dialoghi tra i suoi personaggi. Lui stesso scrisse:
«Per quanto mi riguarda, finché sono vivo, e sono savio, e respiro, non cesserò mai di lodare con adorazione il mio Cristo, descrivere con amore la natura, e disegnare con parole e affetto i costumi originali greci»
Questo mosaico linguistico ha contribuito a caratterizzare Papadiamantis come “poeta della prosa”.
La sua opera principale è considerata il romanzo I fònissa (L'assassina), pubblicato nel 1903, e disponibile in lingua italiana in due distinte traduzioni. Nel 1974 il regista greco Costas Ferris ne ricavò un film dal titolo omonimo.
Opere scelte
La emigrante, 1880
La zingarella, 1881
Attorno al lago, 1892
Sogno sull'onda, 1900
L'assassina, 1903
Traduzioni in italiano
Far fortuna in America, trad. di Francesco Maspero; in: Racconti dalla Grecia, a cura di F. Maspero, Milano, Mondadori, 1991, ISBN 88-04-35067-9, pp. 49-74
Mario Vitti, Storia della letteratura neogreca, Venezia, Cafoscarina, 2016, ISBN 978-88-7543-400-7, pp. 213, 217, 218, 219, 221-24
Francesco Maspero, Aléxandros Papadiamandis; in: Racconti dalla Grecia, a cura di F. Maspero, Milano, Mondadori, 1991, ISBN 88-04-35067-9, pp. 25-26
(EN) Roderick Beaton, An Introduction to Modern Greek Literature, Oxford, Clarendon, 1999 [1994], ISBN 0-19-815974-9, pp. 9, 15, 58, 70, 76-9, 99, 100, 102, 108, 109, 287; influence of 91 n., 142, 232 n.; language, use of 335-7
(EN) L. Coutelle et al., A Greek Dyptich: Dionisios Solomos and Alexandros Papadiamantis, 1986
(EN) A. Keselopoulos, Greece's Dostoevsky: The Theological Vision od Alexandros Papadiamandis, 2011