In seguito allo formazione nel 1927 della provincia di Brindisi dalla Provincia di Lecce, la milizia leccese venne sdoppiata e fu costituita a Brindisi la “153ª Legione Salentina II” posta al comando del console Gino Martinesi. In seguito, anche per evitare confusione la “152ª Legione Salentina I”, al comando del senioreAldo Palmentola fu ridenominata “Acciaiata”.[4] Ciononostante sui labari della 152ª non era infrequente che apparissero entrambe le denominazioni di "Salentina I-Acciaiata".
Nel settembre 1935 la Legione sbarcò a Massaua e presto assegnata alla protezione del settore occidentale di Adua dove realizzò tutte le opere difensive e viarie[5]
Il 29 febbraio 1936, nel corso dei preparativi della battaglia dello Scirè, la 252ª Legione ebbe il compito di occupare lo sperone di Acab Saat mentre la 263ª Legione occupò Adi Dechì Malet e la 230ª Legione rimase di riserva a Acab Saat. All'alba del 1º marzo Ras Immirù portò un attacco a sorpresa contro il versante sinistro della divisione "Gavinana", non potendo sguarnire le posizioni tenute ad Acab Saat, al comando del consoleArchimede Mischi intervennero solamente la 252ª Legione e la 263ª. La 263ª lanciò il contrattacco il direzione di Adi Haimanal, mentre la 252ª Legione, più arretrata, si attestò momentaneamente a sud di Acab Saat.
Le truppe di ras Immirù, si lanciarono quindi direttamente contro la 263ª Legione, venendo respinte per due volte allo stesso tempo le truppe abissine che erano entrate in contatto con il fianco sinistro della divisione di fanteria “Gavinana” furono respinte dal contrattacco della 252ª Legione.[5] Caddero 4 ufficiali e 15 Camicie Nere. Altri scontri si svilupparono il giorno successivo finché il 3 marzo la "21 Aprile" raggiunse Af Gagà e Cobò Nebrit, e il giorno dopo si attestò a Enda Selassiè e e al Tacazzè.[5]
Alla 252ª Legione CC.NN. "Acciaiata" durante la guerra d'Etiopia fu aggregato il giovanissimo balillaLorenzo Fusco[6] Fusco, tredicenne all'epoca, era scappato di casa per arruolarsi volontario nella guerra d'Etiopia fu così aggregato alla 252ª Legione CC.NN. "Acciaiata" con cui prese parte a numerose battaglie tra cui quella dello Scirè guadagnandosi anche una Medaglia d'argento al Valor Militare.[6] e la copertina del La Domenica del Corriere del 10 maggio 1936. Oltre a Fusco, almeno altri tre balilla lucani, che per arruolarsi volontari nella Legione "Acciaiata", scapparono di casa riuscendo a raggiungere l'Etiopia, imbarcandosi di nascosto sul piroscafo Colombo.[7]
Dopo un periodo di riposo nel Salento, dove i battaglioni CCNN furono trasformati in battaglioni ciclisti, sempre inquadrata nella 47ª Divisione fanteria "Bari" fu trasferita a Pisa (novembre-dicembre 1942) e poi in Sardegna[13]
Nell'agosto 1943, con la caduta del fascismo la 152ª Legione CC.NN. d'Assalto "Acciaiata" è ridenominata di 152ª Legione M.V.S.N. nominativo che il 1º novembre 1943.
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, a differenza di molti reparti la 47ª Divisione fanteria "Bari" non si sbanda ed entra a far parte dell'Esercito Cobelligerante Italiano, la Legione muta nuovamente il nome in 152º Rgt. Fanteria e, pochi giorni dopo, il 19 novembre in 340º Rgt. Fanteria.[14] l'ex 152ª Legione CC.NN. d'Assalto "Acciaiata", ormai trasformata in reggimento, come tutte le altre ex legioni CCNN che il corso degli eventi erano rimaste in Corsica e Sardegna, fu ritenuta pericolosa e sciolta nei primi mesi del 1944.[15]
«Sempre magnifica nelle più aspre battaglie, seppe credere, obbedire, combattere, dando il più generoso contributo di valore e di sangue per la gloria delle insegne di Roma[16]»
«Ardente ed impavida legione, dava ripetute prove di alta efficienza bellica. Durante la battaglia dello Scirè, con ardite azioni, cooperava alla vittoria
contro avversario agguerrito, accanito e superiore in forze.» — Africa orientale, ottobre 1935-marzo 1936-XIV[17]
Ettore Lucas & Giorgio De Vecchi, Storia delle unità combattenti della M.V.S.N., Volpe editore, Roma, 1976
Pierluigi Romeo di Colloredo, I pilastri del romano impero, le camicie nere in Africa orientale 1935-1936. ITALIA, Genova 2009
Pietro Cappellari, La guardia della rivoluzione, La Milizia fascista nel 1943: crisi militare - 25 luglio - 8 settembre - Repubblica Sociale, Herald editore, Roma, 2013