Disambiguazione – Se stai cercando il conte di Bar-sur-Aube, di Troyes, di Vitry e di Meaux, ricostruttore della contea di Champagne, vedi Ugo I di Champagne.
Ugo fu educato dalla bisnonna, Ansflida, che, dopo essere rimasta vedova di Warattone, aveva fatto parecchie donazioni al monastero in cui poi Ugo sarebbe divenuto abate[3]. Ansflida educò Ugo fin da bambino, sia con le parole che con l'esempio ad essere prudente ed attivo e lo spinse a mettersi al servizio di Dio[4]. Crescendo, dopo che era rimasto orfano di padre, nel 708[3], si dedicò allo studio delle Sacre Scritture e si avvicinò alla vita religiosa[4]. Benché laico godette degli appannaggi delle abbazie di Saint-Wandrille e di Jumèges: in quest'ultima entrò nel 718 abbracciando la vita religiosa sotto l'abate Cochin.
Nel 722 l'arcidiocesi di Rouen divenne vacante ed Ugo venne strappato alla solitudine del chiostro e creato arcivescovo. Nel 723 accettò la carica di abate di Saint-Wandrille, al tempo di papa Gregorio II[3]. Rimase in carica per 9 anni 2 mesi e 13 giorni[3].
l'anno dopo divenne arcivescovo di Parigi e vescovo di Bayeux. Alla fine della sua vita si ritirò in monastero a Jumèges e morì il 9 aprile 730, venendo sepolto a Notre Dame a Parigi.
Culto
Viene considerato santo e ricordato nel Martirologio Romano il 9 aprile: "A Jumièges sempre in Neustria, nell'odierno territorio francese, sant'Ugo, vescovo di Rouen, che governò contemporaneamente il monastero di Fontenelle e le Chiese di Parigi e Bayeux e infine, deposti questi incarichi, resse il monastero di Jumièges".