Gli studi per sviluppare un nuovo obice campale per l'Esercito imperiale iniziarono nel 1920 e si protrassero per oltre una decade. L'esercito inviò numerosi addetti militari in Europa durante la Grande Guerra, che rimasero impressionati dall'efficacia di un fuoco di sbarramento sostenuto sia contro difese fisse che contro fanterie attaccanti[2]. In base a queste esperienze, l'esercito richiese, tra le specifiche per un nuovo obice, una elevazione fino a 65°, una gittata massima di 10 km e la possibilità di traino da parte di un tiro di sei cavalli. Il nuovo progetto fu pronto nel 1934, ma il Capo di stato maggioreKazushige Ugaki si oppose alla produzione in serie fino al definitivo perfezionamento del progetto. La produzione iniziò finalmente nel 1937, per un totale di 440 pezzi[senza fonte].
Secondo l'intelligencestatunitense il Type 96 era una delle più moderne, ben progettate ed efficaci artiglierie giapponesi. La bocca da fuoco, con otturatore a vite interrotta, era montata su un robusto affusto a code divaricabili, con ruote in legno dotate di semipneumatici. Una delle caratteristiche salienti era l'estrema elevazione di +65°, alla quale però l'arma poteva sparare solo dopo aver scavato una fossa in corrispondenza della culatta, per consentire il libero rinculo della canna[5].
Benché prodotto in quantità considerevole, il Type 96 non riuscì a sostituire completamente il Type 4, rispetto al quale era più pesante ma anche dotato di maggiore gittata e soprattutto maggiore mobilità: infatti veniva trainato, solitamente da trattori d'artiglieria, in un unico pezzo, sollevato su una balestra; in batteria invece la balestra era abbassata e l'affusto poggiava direttamente sull'assale[1].