Apparentemente può ricordare una specie del genereAdscita, ma si differenzia per la struttura delle antenne del maschio.[3]
Rispetto alle Adscita, l'ala anteriore risulta più scura e leggermente più stretta; inoltre le nervature 9 e 10 sono peduncolate. La colorazione di entrambe le ali è di un brunastro piuttosto uniforme, talvolta lievemente più carico a livello del termen, e con iridescenze più chiare. L'ala posteriore, più corta e arrotondata di quella anteriore, risulta più stretta rispetto a quella delle altre Procridinae con distribuzione simile (p. es. Rhagades pruni e Adscita subsolana).[3]
La pagina inferiore delle ali riprende il colore del recto, ma presenta una tonalità lievemente più pallida, con termen di color marroncino-arancio.[3]
Le antenne, che raggiungono i due terzi della lunghezza del corpo, sono pettinate nei maschi e vermiformi nelle femmine, con 35-38 antennomeri muniti di scaglie color verde brillante. La spirotromba è atrofizzata e non funzionante.[3]
Il capo ed il torace risultano brunastri e lucidi, mentre l'addome si mostra bluastro, con anelli più chiari, di colore variabile tra il verde ed il marrone.[3]
Nel genitale maschile, l'uncus è più breve rispetto alla maggior parte delle Procridine paleartiche, e rivela una base a sezione triangolare. Tegumen e vinculum sono solo leggermente sclerotizzati. L'edeago è di medie dimensioni, lievemente curvato verso l'alto, con cornutus sviluppato; talvolta sono osservabili altri due cornuti più piccoli. Il ductus ejaculatorius presenta distalmente un certo numero di piccole spinule a sezione triangolare.[4]
Nel genitale femminile, l'antrum è piatto e molto sclerotizzato; il ductus bursae appare lungo e traslucido. Il corpus bursae si mostra piccolo e alquanto sferico. Le papille sono sviluppate, con apofisi ridotte.[4]
L'apertura alare va dai 18 ai 25 mm nei maschi, e dai 16 a 24 mm nelle femmine.[5]
Uovo
Le uova sono ovali, inizialmente giallognole e successivamente verdastre. Vengono deposte tra maggio e settembre, in gruppi di 20-80 sulla pagina inferiore delle foglie delle piante ospiti.[3]
Larva
Il bruco si rinviene tutto l'anno, e rappresenta la forma con cui la specie supera l'inverno.[3] I primi tre stadi larvali appaiono biancastri, poi il tegumento comincia ad inscurirsi, pur rimanendo bianco-giallastro sul ventre. Il capo risulta nerastro. Il corpo non ha tubercoli, ma diverse file di setole sia dorsalmente, sia sui fianchi. A maturazione completa misura da 18 a 22 mm.[1]
Pupa
Le crisalidi, rinvenibili tra marzo e luglio, sono inizialmente bianche, ma in seguito tendono a diventare giallastre. Si ritrovano all'interno di bozzoli sericei poco consistenti, di un color bianco candido, adese alla corteccia della pianta ospite, in prossimità di asperità o fessure, oppure tra le foglie.[1][3]
Le uova si schiudono sei-otto giorni dopo la deposizione. I bruchi attraversano in tutto cinque stadi di maturazione, anziché sei come nelle altre Procridinae. Il I stadio si alimenta esclusivamente delle giovani gemme e del parenchimafogliare, tanto da trasformare la foglia parassitata in un intrico irregolare di nervature. Questo comporta che la pianta deve risvegliare le gemme secondarie; nel caso della vite il fenomeno comporta uno scadimento della qualità del prodotto vinicolo. Via via che la larva si sviluppa, inizia ad attaccare tutte le parti della foglia, provocando, in taluni casi, la morte della pianta.[1] La diapausa si colloca tra III e IV stadio. In linea generale, se l'attacco avviene durante la primavera, i danni alla pianta sono maggiori, interessando non solo le gemme, ma spogliando quasi completamente l'ospite dalle foglie, e provocandone l'indebolimento o la morte. Se invece l'attacco avviene in estate già inoltrata, i danni sono limitati più che altro alla pagina inferiore della foglia, ove si trovano i tessuti vegetali più teneri.[5]
Il bruco si impupa tessendo un bozzolo poco consistente che di solito si rinviene adeso alla corteccia della pianta ospite. La crisalide si apre un varco nel bozzolo, liberandosene poco prima dell'emersione dell'immagine. Gli adulti sfarfallano in tarda notte o nelle prime ore del mattino, ed essendo incapaci di alimentarsi, hanno esclusivamente scopo riproduttivo. L'accoppiamento avviene nelle prime 24-48 ore dopo l'emersione, solitamente al crepuscolo, quando gli adulti sono più attivi.[1][3]
Periodo di volo
Il periodo di volo va da aprile ad ottobre, solitamente con una sola generazione, ma in Ungheria e Libano si ritiene che la specie sia bivoltina.[3][6]
La percentuale di casi di parassitismo sul totale degli individui di T. ampelophaga è tuttavia troppo esigua per poter effettuare un controllo efficace sulla sua popolazione.[8]
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