Inizialmente, i soci si incontravano una sera per settimana alle ore 19, presso la locanda Turk's Head in Gerrard Street, Soho. In seguito, le riunioni furono ridotte ad una ogni quindici giorni ed erano tenute in locali in St James's Street. Anche se il suggerimento iniziale venne da Reynolds, è il nome del Dr Johnson ad essere maggiormente associato con il Club. John Timbs, nel suo Club Life in London, fornisce un resoconto della cena che si tenne per il centenario del Club nel 1864, presso il Clarendon Hotel. Henry Hart Milman, lo storico inglese, fece da tesoriere del Club. Nel Club si brindava esclamando, senza dubbio un po' augurandoselo, "Esto perpetua".
In seguito l'ammissione al club avvenne solo per elezione, in questa occasione, i soci indicavano il loro voto contrario con una biglia nera se un candidato non fosse ben accetto. Il primo socio ad essere eletto fu, Samuel Dyer. Hawkins si dimise nel 1768, a causa dell'ostracismo subito dopo aver insultato Burke. Il numero dei soci fu portato a 12; i nuovi soci furono il giudice Robert Chambers e gli scrittori Thomas Percy e George Colman. Il numero di 12 soci fu ritenuto ottimale per mantenere una certa esclusività. Dell'obiettivo propostosi da Johnson, Percy disse:
Il Club doveva essere composto da uomini di tale genere che se solo due di essi per caso si fossero incontrati, dovevano essere in grado di intrattenersi l'un l'altro senza bisogno di altra compagnia per trascorrere la serata piacevolmente.
In seguito il socio Charles Burney scrisse che Johnson voleva un gruppo "composto di persone eccellenti in ogni campo professionale e letterario" ed "avere qualcuno a cui rivolgersi in caso di dubbi o discussioni e che possa illuminarci con la sua scienza."
Il Club passò a 16 soci nel 1773, quindi a 21 alla fine del 1775. Gli eletti più recenti furono: l'attore David Garrick, l'economista e filosofo Adam Smith, il filologo Sir William Jones, il critico letterario George Steevens, il biografo James Boswell, il politico Charles James Fox, il fisico e chimico George Fordyce, lo statista irlandese James Caulfeild, 1º conte di Charlemont, Agmondesham Vesey, Sir Thomas Charles Bunbury, lo storico Edward Gibbon e Thomas Barnard.[1]
Winston Churchill e F. E. Smith avevano desiderato di far parte di "The Club" ma erano ritenuti un po' troppo polemici. In risposta, nel 1911, fondarono "The Other Club", che continua ad essere un circolo politico.
"The Clubs of London", National Review (1855), Article III, April 1857
James Sambrook, "Club (act. 1764-1784)," Oxford Dictionary of National Biography, online edition, Oxford University Press, Jan. 2007 [1]. cited as 'Sambrook, ODNB'.