Sciatrice polivalente, Suzy Chaffee debuttò in campo internazionale in occasione dello slalom gigante degli Eastern ASA Championships 1964 (Stowe, 13-15 marzo), classificandosi 4ª[3]; l'anno dopo, mentre studiava all'Università di Denver[4], venne selezionata per entrare a far parte della nazionale statunitense[2].
Ai Mondiali di Portillo 1966, suo esordio iridato, si piazzò 4ª nella discesa libera e 14ª nello slalom gigante[5]; nel 1967 prese parte alla stagione inaugurale della Coppa del Mondo esordendo l'8 gennaio a Oberstaufen in slalom gigante, senza completare la prova[6], ottenendo il primo piazzamento il 10 gennaio a Grindelwald in slalom speciale (12ª)[7] e conquistando il miglior risultato della sua carriera il 13 gennaio seguente nella medesima località in discesa libera (5ª).
Ritiratasi dalle gare, Suzy Chaffee intraprese una carriera nel mondo della moda e dello spettacolo[10], per merito della tutina aderente di colore argentato che aveva indossato durante le Olimpiadi e che l'aveva resa estremamente popolare[11][12] Sotto contratto con la Ford Models, divenne una nota testimonial pubblicitaria per numerosi spot, in particolare quelli del balsamo per labbra"Chapstick", che le valse il soprannome di Suzy Chapstick[8], oltre a Revlon, Danone e Colgate[10]. La notorietà di Suzy Chaffee la portò a figurare come attrice anche in alcuni lavori cinematografici, tra cui si ricordano Vacanze sulla neve (Feuer und Eis) di Willy Bogner[13] e Lo skilift della morte (Ski Lift to Death)[14].
Carriera dirigenziale
Fu la prima donna ad entrare nel consiglio del Comitato Olimpico degli Stati Uniti[8] e fu un'accanita oppositrice di Avery Brundage durante la sua presidenza del Comitato Olimpico Internazionale, sostenendo che le politiche da lui adottate contribuissero di fatto ad ostacolare gli atleti meno abbienti rispetto ai più ricchi e agli aristocratici[15].
Attivismo
Co-fondò l'associazione Native Voices Foundation con lo scopo di incrementare la presenza di atleti nativi americani nelle squadre nazionali statunitensi[16][17]. Si batté per ottenere un equo trattamento economico nei premi per le atlete di sesso femminile rispetto a quanto veniva assegnato ai colleghi uomini[13], guidò una marcia alla Casa Bianca per le pari opportunità nello sport[18] e fu tra le principali promotrici del cosiddetto Titolo IX[8][4][10], l'istituto giuridico che contrasta la discriminazione basata sul genere nelle scuole e nei programmi educativi finanziati dal governo[19]. Il gossip le attribuì una relazione con l'allora senatoreTed Kennedy, che lei smentì, pur sostenendo che tali voci avessero aiutato a far passare al Congresso la legge che istituiva il Comitato Olimpico e garantiva tutele e diritti per gli atleti dilettanti[20].
Altre attività
Al tempo stesso, non abbandonò del tutto lo sport, dedicandosi al freestyle, che non era ancora inserito come specialità nelle competizioni ufficiali[21]. Divenne campionessa del mondo per tre volte[8][22]. Sul finire degli anni Settanta, contribuì alla diffusione e allo sviluppo di una disciplina sportiva innovativa, il balletto sugli sci[23], che fu successivamente riconosciuto dalla FIS e presentato anche come disciplina dimostrativa in due rassegne olimpiche[24][25]. Dopo il ritiro, lavorò anche come istruttrice privata di sci[26].
Palmarès
Coppa del Mondo
Miglior piazzamento in classifica generale: 16ª nel 1967
Campionati statunitensi
2 medaglie (dati parziali):
2 bronzi (discesa libera, slalom gigante nel 1966[27])