Questa voce si riferisce alla storia di Belgrado, Serbia.
«Ho fondato il più nobile borgo dei tempi antichi, che fu però presto raso al suolo. Avendolo ricostruito senza problemi, ho lodato la Santa Madre di Dio.»
Le popolazioni neolitiche Starčevo e Vinča abitavano la zona di Belgrado e parte dell'Asia Minore sin dal 5000 a.C.[1][2]. Una popolazione celtica, gli Scordisci, fondarono una città nel territorio in cui oggi sorge il centro storico di Belgrado, con il nome di Singidūn, prima di essere conquistata dai Romani e rinominata Singidunum nel I secolo a.C. 400 anni dopo, esattamente nel 395, la città divenne a far parte dell'Impero Bizantino[3].
Medioevo
Singidunum fu invasa dagli Unni, dai Sarmati, dagli Ostrogoti e dagli Avari, prima che, nel 630, arrivassero gli Slavi. Furono proprio loro che rinominarono Singidunum in Belgrado ("città bianca"): infatti, la prima volta che è stato nominato il nome Beograd, fu nell'878, durante il regno dell'Impero Bizantino, il Regno d'Ungheria e il Primo Impero bulgaro. Per quattro secoli questi tre popoli si sono contesi Belgrado. Nel 1284, i Serbi conquistarono la città, che andò a far parte del Regno di Stefan Dragutin Nemanjić, il quale governò i suoi territori tra il 1276 e il 1282[4].
Nel 1371, quando finì la Battaglia di Marica, e nel 1389, quando finì la Battaglia di Kosovo Polje, l'Impero ottomano conquistò la parte meridionale dei territori serbi[5][6]. I territori settentrionali rimasero comunque serbi, ed ebbero Belgrado come capitale. Stefan Lazarević, figlio del famoso generale serbo Stefan Lazar Hrebeljanović, fece costruire un castello, di cui oggi restano solo il muro occidentale e una torre. Egli fece anche costruire delle mura che rinchiudessero la città e che la difendessero dagli attacchi da parte dell'Impero ottomano. In questo periodo a Belgrado vivevano molte persone provenienti da tutta la Penisola Balcanica, e la sua popolazione era tra i 40.000 e i 50.000 abitanti.
Il 28 agosto del 1521, la fortezza fu conquistata da Solimano il Magnifico, che faceva parte dell'Impero ottomano. A Belgrado vennero ad abitare persone da tutta l'Europa orientale: dalla Turchia, dall'Armenia, dalla Grecia, dalla Croazia e da molti altri luoghi, e seguirono 150 anni di pace. Nel XVII secolo la popolazione ammontava attorno ai 100.000 abitanti. Nella città di Belgrado furono costruite moschee in stile bizantino, quindi influenzato dall'oriente. Nel 1594, una rivolta serba contro la costruzione di architetture in stile bizantino nella città di Belgrado causò l'abbattimento di molte delle costruzioni di questo tipo, e molte icone religiose raffiguranti San Saba di Serbia. Recentemente fu costruito il tempio di San Saba in onore di questo evento[11][12].
Dopo le guerre serbo-ottomane e l'indipendenza acquisita nel 1878, con l'integrazione nel Regno di Serbia del 1882, Belgrado divenne un importante nodo commerciale nella Penisola Balcanica, e per questo motivo si popolò molto rapidamente[18]. Così, la gente di Belgrado abbandonò l'agricoltura per occuparsi di altri settori, e molta gente trovò lavoro come operaio per la costruzione della ferrovia per Niš, la seconda città per popolazione, che è stata capitale della Serbia negli inizi del XX secolo. Belgrado agli inizi del XX secolo aveva solo 69.100 abitanti[19]. La città nel 1905 aveva 80.000 abitanti, e nel 1914, quando scoppiò la prima guerra mondiale, contava più di 100.000 abitanti (senza contare quelli di Zemun).[20]
Le prime proiezioni dei Paesi della Penisola Balcanica sono avvenute nel 1896 a Belgrado a cura di Andre Carr, uno dei rappresentanti di Auguste e Louis Lumière. L'anno successivo fu proiettato un altro film, che però non ebbe molto successo.[21]
Durante questo periodo, Belgrado si espanse da tutte le parti, la popolazione crebbe notevolmente, unendosi ai vicini sobborghi, tra i quali Zemun, modernizzandosi. Già nel 1931 la popolazione della città ammontava a 239.000 abitanti, e nel 1940 era composta da 320.000 residenti. La popolazione, dal 1921 al 1948, crebbe con una media annua del 4,08% di persone in più[23]. Nel 1927 il primo aeroporto di Belgrado venne inaugurato e iniziò a programmare voli aerei, e nel 1929 venne inaugurata la radio cittadina. Il ponte di Pančevo fu costruito sul Danubio nel 1935.[24]
Nell'estate del 1941, i tedeschi bombardarono Belgrado e sterminarono i cittadini, in particolare quelli ebrei, sotto il comando del generale Franz Böhme, il militare tedesco che in quel periodo governava la Serbia. Böhme prese questo incarico solo a scopo di sterminare la comunità ebrea di Belgrado.[26]
Dopo la seconda guerra mondiale, Belgrado tornò così capitale della Jugoslavia, diventando inoltre il maggiore centro industriale. Nel 1958 fu costruita la prima stazione televisiva della città. Nel 1961, una conferenza riguardante il Movimento dei Non-Allineati avvenne nella città durante la presidenza di Josip Broz Tito. Gli studenti nel 1964 protestarono contro di lui. Il litigio finì con la frase pronunciata da Tito: "Gli studenti hanno ragione!".[27]
Dagli anni novanta ad oggi
Il 9 marzo 1991, Vuk Drašković fece una protesta pubblicamente contro il Presidente serbo Slobodan Milošević[28]. Secondo i giornalisti, per le strade ci furono 150.000 cittadini[29]. Due persone furono uccise, 203 furono ferite e 108 furono arrestate dalla polizia per i pesanti commenti[30]. Durante le proteste di Belgrado del 1996 e 1997, che iniziarono in novembre 1996 e finirono in febbraio 1997, la gente commentava sul Governo di quei tempi; questo portò a nuove elezioni[31]. Altre proteste furono contro il sindaco di Belgrado, che però non apparteneva né alla Lega dei Comunisti di Jugoslavia, né al Partito Socialista di Serbia.[32]
^Culture Starčevo e Vinča. Copia archiviata, su rastko.org.rs. URL consultato il 16 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2009). [1]Archiviato il 16 gennaio 2009 in Internet Archive.
^Storia della cultura serba. Copia archiviata, su rastko.org.rs. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2013). Copia archiviata, su rastko.org.rs. URL consultato il 20 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2013).
^ISBN 86-17-09287-4: Kosta Nikolić, Nikola Žutić, Momčilo Pavlović, Zorica Špadijer: Историја за трећи разред гимназије, Belgrado, 2002, pagina 144