Secondo la tradizione, a san Paolo si deve il primo annuncio del Vangelo e la nascita della prima comunità cristiana sul suolo calabro. Prima di ripartire per Pozzuoli, l'apostolo nominò come primo vescovo santo Stefano da Nicea.
Sempre secondo la tradizione, san Paolo ottenne di parlare alla folla pagana fino a che fosse durata la fiamma di una lucerna posta su una colonna ma, consumatasi la fiamma, iniziò ad ardere la colonna di pietra, che con la sua luce consentì che la predicazione dell'apostolo si protraesse fino al mattino. La folla, in seguito al prodigio, si convertì al cristianesimo. I resti della colonna si conservano nella cappella di San Paolo, nel duomo di Reggio Calabria[2].
Al termine di diciassette anni di episcopato, nell'anno 79, santo Stefano fu catturato dal preside Jerace e fu fatto decapitare[3]. Il suo corpo fu raccolto e sepolto dai cristiani. La liturgia dell'Arcidiocesi lo celebra come patrono secondario il 5 luglio.
Carlo Maria Minaldi, Paolo di Tarso consacra Santo Stefano di Nicea a vescovo, 1823.
Note
^La statua reca l'iscrizione: DIVO STEPHANO NICÆNO - PRIMO RHEGINORUM JULIENSIUM PONTIFICI - RHEGINI JULIENSES - ANNO MCMXXXIV - AB HOMINUM GENERE REDEMPTO (Al divino Stefano di Nicea - primo vescovo dei Reggini Juliensi - I Reggini Juliensi - Nell'anno 1934 - dal genere umano redento)