Stefania de Milly (anche Stephanie, Etienette o Etiennette; ... – 1197 circa) fu Dama d'Oltregiordano ed una influente personalità nel Regno di Gerusalemme.
Il suo secondo marito fu Milo di Plancy, che morì assassinato nel 1174 dopo un anno di matrimonio e da cui non ebbe figli.
Nel 1175 sposò Rinaldo di Châtillon, l'ex principe consorte d'Antiochia, che era stato da poco rilasciato dopo diciassette anni di prigionia in Aleppo, divenuto signore d'Oltregiordano attraverso il matrimonio con Stefania, Rinaldo usò questa posizione per rendere insicure le rotte delle carovane e dei pellegrini musulmani; da questo matrimonio Stefania ebbe un altro figlio ed un'altra figlia:
Secondo Guglielmo di Tiro nel 1180 la principessa Isabella di Gerusalemme, che aveva appena otto anni, fu promessa in sposa al figlio di Stefania, Umfredo, dal suo fratellastro il re Baldovino IV, in pagamento di un debito d'onore contratto quando il nonno di Umfredo, Umfredo II, era stato ferito mortalmente a Baniyas per salvare la vita al sovrano.
Nel 1183, quando lo sposo aveva circa sedici o diciassette anni e la sposa undici, le nozze furono celebrate nella fortezza di Kerak.
La notte stessa del matrimonio reale Kerak fu posta sotto assedio dalle truppe del Saladino per reazione alle minacce di Rinaldo verso la Mecca.
Secondo la cronaca di Ernoul, Stefania inviò al sovrano musulmano dei messaggeri per informarlo delle nozze appena celebrate e ricordargli l'amicizia che li avevano legati molti anni prima, quando egli era stato prigioniero in Kerak.
«[Stefania] inviò al Saladino vino e pane, pecore e bestiame, come festeggiamento per il matrimonio di suo figlio, ricordandogli che egli soleva tenerla in braccio quando lei era una bambina e lui uno schiavo nel suo castello. E quando Saladino ricevette questi doni ne fu immensamente lieto e ringraziò coloro che glieli avevano portati, chiedendo dove si trovassero la sposa e lo sposo: essi gli indicarono la loro torre. Allora Saladino ordinò al suo esercito di non indirizzare alcun attacco contro quella torre.»
Probabilmente questo è un racconto di fantasia o la deformazione di un diverso evento, poiché non è altrimenti noto che Saladino sia mai stato tenuto in schiavitù o in ostaggio a Kerak.
Egli continuò comunque ad assediare il resto della fortezza fino all'intervento del re Baldovino IV, poco tempo dopo.
Il matrimonio aveva probabilmente anche un obiettivo politico:
Baldovino aveva organizzato il matrimonio per sottrarre la fanciulla all'influenza della famiglia del suo patrigno, gli Ibelin.
A quanto pare tale obiettivo fu raggiunto: Stefania e Rinaldo di Châtillon riuscirono a restringere sempre più i contatti di Isabella con la madre Maria e il patrigno Baliano.
La "Continuazione in francese antico di Guglielmo di Tiro" afferma che Stefania odiava la madre di Isabella, Maria Comnena e le impedì di avere contatti con la figlia.
La caduta della signoria e la morte
Rinaldo continuò a perseguitare le strade dei pellegrini e delle carovane, nel 1183 tentò addirittura di attaccare la Mecca, provocando l'invasione del Regno da parte di Saladino nel 1187. Rinaldo fu catturato ed ucciso alla conseguente Battaglia di Hattin, nella quale Umfredo IV fu fatto prigioniero. Saladino accettò di restituire Umfredo a Stefania in cambio delle fortezze di Kerak e Montreal, ma i castelli rifiutarono di arrendersi e Stefania, lealmente, inviò il figlio a tornare in cattività sotto Saladino, ma questi si impietosì e lo rilasciò comunque.
Il principato d'Oltregiordano con i suoi castelli furono conquistati da Saladino nel giro di pochi anni dopo Hattin e trovandosi così lontano dalla costa del Mediterraneo dov'erano le restanti piazzeforti crociate, rimase in mano ai musulmani. Poiché sembra che suo figlio Umfredo sia morto prima di lei, la sua erede (come pure erede di Toron) fu sua figlia Isabella.
Nel 1197 questa seconda Stefania accompagnò un esercito ad assediare Gibelletto, che era stata conquistata dai musulmani, e riuscì a farlo entrare in città corrompendo una guardia.
Sembra che lei sia morta subito dopo.
(FR) Guglielmo di Tiro, Chronique "Willelmi Tyrensis Archiepiscopi Chronicon", edition critique par R.B.C. Huygens; identification des sources historiques et determination des dates par H. E. Mayer et G. Rosch, Turnholti: Brepol, 1986, pp. 2 v. (1170 p. compless.), ISBN2-503-03000-9.
(EN) Ronald Wells, MILLY - Seigneurs de Nablus, su Ancient Ancestors, novembre 2006. URL consultato il 17 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2009).