La statua colossale di Costantino I, opera composita in marmo e bronzo dorato, fu una delle opere più importanti della scultura romana tardo-antica, alta ben 12 metri.
L'abside occidentale della Basilica di Massenzio: la collocazione originale del Colosso è indicata in rosso.
La statua era collocata in origine nell'abside occidentale della basilica di Massenzio, dove furono poi trovati alcuni resti; la mancanza del corpo ha fatto supporre che fosse un acrolito, costruito parte in marmo e parte in bronzo dorato su una struttura portante in legno e mattoni, per un'altezza complessiva che doveva raggiungere i 12 m. La sola testa misura 2,60 m e il piede 2.
Resti del colosso bronzeo ritraente Costantino o suo figlio Costanzo II, anch'essi ai Musei Capitolini
A Palazzo dei Conservatori si trova anche una testa bronzea colossale raffigurante sempre Costantino o un altro imperatore della sua casata (secondo alcuni il figlio Costanzo II).
Ricostruzioni
Una ricostruzione a grandezza naturale della statua è stata realizzata nel 2022 ed esposta a Milano in occasione della mostra Recycling Beauty curata da Salvatore Settis, Anna Anguissola e Denise La Monica presso la Fondazione Prada.[1][2] La medesima ricostruzione è stata in seguito riproposta ai Musei Capitolini, nel giardino di Palazzo Caffarelli.[3]
Descrizione
Johann Heinrich Füssli, La disperazione dell'artista davanti alla grandezza delle rovine antiche, 1778-9
Della statua restano: la testa, la mano destra, il gomito destro, entrambe le ginocchia, la caviglia sinistra ed entrambi i piedi.
Si presume che Costantino fosse rappresentato in veste di Giove, seduto in trono, avvolto nel lungo mantello himation che lasciava scoperti il petto e le parti in marmo sopravvissute; nel braccio destro sollevato, doveva tenere un'asta o scettro, e nell'altra mano un globo. Il globo forse era sormontato in origine da una Vittoria alata, tipica delle statue di Giove e venne sostituita più tardi, con l'imporsi del Cristianesimo, da una croce.[4]
La testa, che originariamente era ornata da una corona metallica, è grandiosa e solenne. Presenta i caratteri dell'arte romana di quell'epoca, con le tendenze di stilizzazione e semplificazione delle linee: la plastica del volto è più squadrata, con capelli e sopracciglia resi con incisioni nel marmo molto raffinate e "calligrafiche", ma del tutto innaturali; gli occhi sono grandi, quasi smisurati, con la pupilla ben marcata mentre guarda verso l'alto, e sono il punto focale dell'intero ritratto; lo sguardo fisso dell'Imperatore sembra scrutare l'ambiente circostante e dà al ritratto un'apparenza di austerità ultraterrena. I capelli sono trattati come un'unica massa rigonfia solcata profondamente dalle striature che separano alcune ciocche. Il naso è aquilino, le labbra lunghe e sottili, il mento prominente.
A differenza del curato realismo della ritrattistica romana anteriore, la statua mostra un volto idealizzato, nonostante l'impostazione classica, che cerca di rendere un'aura di santità: vi si possono leggere le influenze delle antiche monarchie orientali (Egitto, Persia) per tramite dell'ellenismo nell'iconografia imperiale (l'imperatore - che conserva la carica repubblicana di pontefice massimo - visto come un'emanazione divina, ossia Figlio di Zeus/Osiride), ma anche le tendenze "provinciali" e "plebee" che dal IV secolo divennero molto forti nella cultura romana (funzionari, senatori, ma anche gli stessi imperatori provenivano ormai largamente dalle province).
Vista d'insieme dei frammenti. Da sinistra a destra: gomito destro, testa, ginocchio destro, mano destra, caviglia sinistra, piede destro, ginocchio sinistro, piede sinistro