Singularity è il quinto album in studio del musicista britannico Jon Hopkins, pubblicato il 4 maggio 2018 dalla Domino Records.[1]
Composto in circa 18 mesi,[2] Singularity è stato concepito dall'artista per essere un unico lungo brano piuttosto che una raccolta di singoli brani, cominciando e terminando con la medesima nota.[3] L'idea di comporre un album con quel titolo è nata attorno al 2003, venendo messa in pratica da Hopkins soltanto a partire dal 2016 a seguito di alcune esperienze con la meditazione trascendentale e con altre da lui definite «psichedeliche»:[4]
Singularity è venuto incontro a recensioni largamente positive: secondo quanto indicato Metacritic l'album ha una media di 84 su 100, che indica «consenso entusiastico».[11] Le riviste NME e The Skinny hanno assegnato all'album il punteggio massimo, lodando le atmosfere dei nove brani e la capacità di catturare l'attenzione dell'ascoltatore dall'inizio alla fine.[7][12]
Anche Ben Hogwood di musicOMH ha elogiato l'album, scrivendo che «fin dall'inizio questa è musica che spazza via l'ascoltatore, un massaggio sonoro che si prende cura dei capelli in piedi in cima alla testa e al tallone che prude per iniziare a muoversi sulla pista da ballo».[6] AllMusic ha recensito positivamente l'album, trovandolo superiore al precedente Immunity, affermando «pieni di feedback sfilacciati, ritmi abilmente elaborati e delicate melodie al pianoforte, nonché occasionali voci affannate, questa volta sembra esserci una dose aggiuntiva di adrenalina e l'album sembra riflettere una ricerca spirituale più profonda, sia verso l'interno che verso l'esterno».[5] Il confronto tra i due dischi è stato effettuato anche da Ben Murphy della rivista XLR8R, il quale ha scritto che la capacità dell'artista di «unire materiale emozionante con groove ipnotici e fisici appare senza sforzo. Singularity continua sulla stessa scia di Immunity, nonostante la sua profondità di sentimento sia maggiore e la forza ritmica più potente».[13]
Damien Morris di The Guardian ha invece assegnato all'album un punteggio di 60 su 100, argomentando: «Troppo spesso, però, si desidera il basso violento e gli hi-hat della musica meno dance-cerebrale. Qui non c'è abbastanza cibo per il cervello o carburante per i piedi».[10]