Un cambiamento importante avvenne nel 1889: il regio decreto n°5921 del 10 febbraio ("Testo Unico della legge comunale e provinciale") introdusse l'elezione del sindaco da parte del consiglio comunale per i comuni capoluogo di provincia e per quelli con più di 10 000 abitanti[3]. Con la legge n° 346 del 29 luglio 1896 (legge Di Rudinì) questo provvedimento fu esteso a tutti i comuni d'Italia, tra cui Legnano[3].
Dal 1926 al 1945, durante l'epoca fascista, con la promulgazione di due delle cosiddette leggi fascistissime, ovvero della legge n° 237 del 4 febbraio 1926 ("Istituzione del Podestà e della Consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5 000 abitanti") e del regio decreto legislativo n°1910 del 3 settembre 1926 ("Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del regno"), gli organi democratici dei comuni furono soppressi e tutte le funzioni svolte in precedenza dal sindaco, dalla giunta comunale e dal consiglio comunale furono trasferite al podestà, che era nominato dal governo tramite regio decreto[3]. Il podestà era assistito da una consulta municipale, che era invece nominata dal prefetto[3][4].
Con la Liberazione (1945), sulla scorta del decreto legislativo luogotenenziale n°111 del 4 aprile 1944 ("Norme
transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie"), si ristabiliva la carica di sindaco affidandone provvisoriamente la nomina al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)[3]. In seguito, grazie al decreto legislativo luogotenenziale n°1 del 7 gennaio 1946 ("Ricostituzione delle Amministrazioni comunali su base elettiva"), il sindaco tornò ad essere eletto dal consiglio comunale: quest'ultimo venne infatti ripristinato dal medesimo provvedimento insieme alla giunta comunale[3].
Con la legge n°81 del 25 marzo 1993 ("Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del consiglio comunale e del consiglio provinciale") venne introdotta l'elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini[3]. Contestualmente, con questo provvedimento, fu modificato un altro importante aspetto dell'amministrazione comunale: la nomina della giunta. In precedenza era eletta dal consiglio comunale, mentre dal 25 marzo 1993 è nominata direttamente dal sindaco[3].
Per quanto riguarda invece la durata del mandato, dal 1859 alla promulgazione delle leggi del 1889 e del 1896, il sindaco restava in carica tre anni rinnovabili[3]. Dopo l'approvazione dei testi legislativi del 1889 e del 1896, nell'occasione dei quali venne decretata la sua elezione da parte del consiglio comunale, il mandato del sindaco venne esteso a quattro anni[3].
Il podestà d'epoca fascista rimaneva invece in carica cinque anni con possibilità di rimozione da parte del prefetto oppure di riconferma oltre i cinque anni prefissati[3].
Dal 1945, con la reintroduzione della carica di sindaco e della sua elezione da parte del consiglio comunale, venne ripristinata la durata di quattro anni[3]. Quest'ultima, nel 1993, venne confermata a quattro anni per poi essere allungata nel 2000, con decreto legislativo n° 267 del 18 agosto ("Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"), a cinque anni[3].
Il ruolo del sindaco nel Palio di Legnano
Il sindaco di Legnano ricopre anche la carica di "supremo magistrato" del palio di Legnano[5]. Tra i suoi compiti c'è quello di decretare, tramite bando pubblico, l'inizio ufficiale della manifestazione[5].
Tra le prerogative del supremo magistrato c'è quella di nominare il cavaliere del Carroccio su proposta del collegio dei capitani e della Famiglia Legnanese[6]. Il cavaliere del Carroccio, nella sagra legnanese, riveste il ruolo di responsabile esecutivo dell'organizzazione del palio e ha il compito di nominare il mossiere della corsa ippica[5].
In qualità di supremo magistrato il sindaco di Legnano partecipa alle sedute del comitato del Palio, un organo assembleare che è a capo dell'organizzazione della manifestazione e che è costituito dal cavaliere del Carroccio, dal gran maestro del collegio dei capitani e delle contrade, dal presidente della Famiglia Legnanese, dai gran priori e da altri componenti che sono in rappresentanza della giunta comunale, del consiglio comunale, della Famiglia Legnanese e del collegio dei capitani e delle contrade[5].
Il supremo magistrato presiede inoltre il collegio dei magistrati del palio, che è formato dal gran maestro del collegio dei capitani e delle contrade e dal presidente dell'associazione Famiglia Legnanese. Questo organismo ha la funzione di risolvere le controversie tra le contrade di Legnano, dato che è tassativamente vietato ricorrere alla magistratura ordinaria[7].
Il supremo magistrato decreta poi, previo sorteggio, la composizione delle batterie eliminatorie e l'ordine di disposizione dei cavalli al canapo (dal più vicino allo steccato al più esterno) delle batterie eliminatorie e della finale della corsa ippica del palio di Legnano[8][9].
Attilio Agnoletto, San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente, 1992, SBNIT\ICCU\CFI\0249761.
Autori vari, Il Palio di Legnano : Sagra del Carroccio e Palio delle Contrade nella storia e nella vita della città, Banca di Legnano, 1998, SBNIT\ICCU\TO0\1145476.
Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, SBNIT\ICCU\RAV\0221175.
Gabriella Ferrarini, Marco Stadiotti, Legnano una città, la sua storia, la sua anima, Telesio editore, 2001, SBNIT\ICCU\RMR\0096536.
Giorgio Vecchio, Gianni Borsa, Legnano 1945 -2000. Il tempo delle trasformazioni, Nomos Edizioni, 2001, SBNIT\ICCU\CFI\0528579.