Il suo mantello estivo è bruno-ruggine; in inverno è bruno-nero con macchie più scure attorno agli occhi. Sia i maschi che le femmine hanno corna uncinate rivolte all'indietro lunghe fino a 20 cm. Si nutre di erba, licheni e germogli di alberi. Agile e ben saldo sulle sue zampe si trova in ogni tipo di ambiente montano, fino ai 3 000 m di quota.
Questa specie differisce da quella alpina (Rupicapra rupicapra) per le corna di forma leggermente diversa e che sono più corte (tranne che nella sottospecie appenninica, che invece le ha più lunghe); quindi per la sua mole minore, e soprattutto per il mantello: molto più rossiccio in estate, in invernale è di colore marrone scuro anziché nero e con una macchia golare molto più estesa che nel camoscio alpino e pezzature chiare sulle spalle, più evidenti nella sottospecie appenninica, e che hanno determinato il nome scientifico "ornata" per la sottospecie autoctona dell'Italia e il suo soprannome di camoscio più bello del mondo.
Taglia e peso
La lunghezza totale del corpo, misurata dall'estremità della testa alla radice della coda, varia tra 100 e 110 cm. L'altezza media, misurata al garrese, è di 70 cm[1].
Il peso corporeo è influenzato dall'età e dal sesso: nei maschi adulti tale valore oscilla tra i 25 e i 40 kg, nelle femmine adulte tra i 25 e i 32 kg. Il peso varia notevolmente nel corso dell'anno. I valori massimi si raggiungono nel periodo di maggiore accumulo del grasso, che corrisponde al mese di ottobre. I maschi adulti, al termine del periodo riproduttivo, arrivano a perdere quasi il 25% del loro peso corporeo, a causa del forte dispendio energetico durante le lotte tra rivali. In generale comunque, tra gennaio ed aprile si ha una diminuzione della massa corporea in tutti i soggetti, provati dalle dure condizioni invernali (nelle femmine il calo è compreso tra il 12 e il 15%)[2].
Comportamento sociale
Il camoscio vive in branchi composti dalle femmine con i giovani e i piccoli dell'anno, mentre i maschi adulti in estate conducono vita solitaria per poi riunirsi al branco nel periodo autunnale, quando inizia il periodo degli amori. In questa fase avviene la lotta tra i maschi adulti che si contendono il diritto di accoppiarsi con le femmine adulte del branco. A fine inverno, i maschi adulti verranno allontanati, tornando così a vita solitaria.
Distribuzione
La popolazione è distribuita su 3 paesi :
Italia
Oggi, grazie a varie reintroduzioni, la specie si ritrova nei principali massicci dell'Appennino centrale. La popolazione si trova principalmente nei parchi nazionali ed è distribuita come segue:
circa 1.250 individui nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise da dove la specie non è mai scomparsa. Nel corso del XX secolo, infatti, il camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) fu a rischio di estinzione: sulle alture della Camosciara, località molto selvaggia dell'Abruzzo, rimase solo una piccola popolazione di 50 camosci. Si salvò grazie all'istituzione del Parco Nazionale d'Abruzzo nel 1923[3];
In Francia, circa 24.000 camosci sono distribuiti lungo tutta la catena dei Pirenei. La popolazione stabile e densa insediata nel Parco Nazionale dei Pirenei (circa 5.000 individui) costituisce la base per le numerose reintroduzioni effettuate a partire dagli anni '80 nei Pirenei francesi[8][9].
Spagna
La Spagna è il paese con il maggior numero di individui, con due centri abitati identificati:
il versante spagnolo dei Pirenei che conta circa 50.000 individui.
la Cordigliera Cantabrica con una popolazione di circa 17.000 individui[10][11].
(FR) M. Couturier, Le chamois, Grenoble, Arthaud, 1938.
(FR) M. Couturier, Le gibier des montagnes françaises, Grenoble, Arthaud, 1964.
(EN) T. Pérez, J. Albornoz e A. Domínguez, Phylogeography of chamois (Rupicapra spp.) inferred from microsatellites, in Molecular Phylogenetics and Evolution, n. 25, 2002, pp. 524-534.
(ES) F. J. Pérez-Barbería e R. García-González, Rebeco – Rupicapra pyrenaica (PDF), in L. M. Carrascal e A. Salvador, Enciclopedia Virtual de los Vertebrados Españoles, Madrid, Museo Nacional de Ciencias Naturales, 2004. URL consultato il 26 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2005).