Il nome della famiglia deriva dal suo genere più importante (Roussea) il cui nome ricorda Jean-Jacques Rousseau (1712 - 1778), filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese. Il nome scientifico di questa famiglia è stato proposto per la prima volta dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (1778 - 1841) nella pubblicazione "Prodromus Systematis Naturalis Regni Vegetabilis - 7: 521" del 1839.[2][3]
Descrizione
Le piante di questa famiglia sono delle erbe sempreverdi, oppure degli alberi con peli unicellulari oppure hanno un portamento rampicante (Roussea) e raggiungono fino a 4 metri di lunghezza.[4][5][6]
La disposizione delle foglie lungo il caule è opposta in Roussea, alternata negli altri generi. La lamina è semplice con contorno obovato-lanceolato. I margini sono seghettati e ghiandolosi. Non sono presenti le stipole. Le foglie sono normalmente picciolate.
Le infiorescenze sono formate da pochi fiori solitari in posizione ascellare dal portamento annuente, oppure sono panicolate con minuti pedicelli. I fiori sono singoli o al massimo 3 - 4 all'ascella delle foglie (Roussea).
Formula fiorale: * K (4-6), C (4-5), A 4-5, G 2 (supero/infero), bacca/capsula
I sepali del calice sono 4 - 6 (massimo 7), sono liberi o connati alla base e all'apice sono minuti e riflessi; sono inoltre persistenti alla fruttificazione.
I petali della corolla sono 4 - 5 (massimo 7); sono valvati in fase di bocciolo; la consistenza è carnosa (sono spessi); sono connati e formano un tubo con lobi valvati, revoluti all'apice (Roussea), oppure sono liberi; sono inoltre persistenti. Dimensione dei fiori in Roussea: lunghezza del tubo 4 – 10 mm; lunghezza dei lobi 10 –20 mm. Il colore della corolla è giallo o arancio.
Il gineceo è formato da un ovariosupero o infero con 3 - 7 loculi e numerosi ovuli anatropi. La placentazione è assile. Lo stilo è glabro, spesso e persistente con un stigmi globosi a 5 - 7 lobi oppure capitati e revoluti al margine. Lo stilo può essere sia semplice che ramificato.
Alcune specie sono endemiche con habitat tipici delle foreste montagnose delle isole Mauritius. Altri generi sono relativi all'areale australiano. Le bacche colorate di scuro delle specie Abrophyllum e Carpodetus sono probabilmente disperse da uccelli.
Tassonomia
Questa famiglia è descritta all'interno dell'ordine delle Asterales (lo stesso ordine delle Compositae, la famiglia più numerosa di specie botaniche) che comprende una dozzina di famiglie e circa 25.000 specie, le cui piante sono caratterizzate dal contenere sostanze di riserva come l'oligosaccarideinulina e dall'impollinazione con meccanismo "a pistone".[4]
Filogenesi
In precedenza alcuni generi di questa famiglia venivano descritti all'interno della famiglia Saxifragaceae. Attualmente con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) sono stati assegnati alla famiglia di questa voce.
I caratteri distintivi di questa famiglia sono:[6]
i giovani gambi si presentano con fasci vascolari separati;
i margini delle foglie sono dentati e provvisti di ghiandole;
Caratteri principali: il portamento è arboreo; le infiorescenze sono di tipo panicolato; i fiori sono piccoli e 4-6-meri; la corolla è libera; le antere sono libere/connate alla base della corolla; lo stigma è capitato; i frutti sono delle bacche o capsuleloculicide.
Generi: Abrophyllum, Carpodetus e Cuttsia
Le Rousseaceae insieme alle Campanulaceae si sono divise probabilmente 81 - 76 milioni di anni fa; mentre le due tribù hanno una recente storia di divergenza: circa 8 milioni di anni fa.[6]
Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della famiglia, l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra):[2]