Sebbene Lord Hertford fosse nato in Inghilterra, fu allevato a Parigi da sua madre, che si era allontanata dal marito.[3]
Fu deputato britannico negli anni 1820, ma trascorse gran parte della sua vita a Parigi, in un grande appartamento in città e, dal 1848, al castello di Bagatelle, una piccola dimora di campagna nel Bois de Boulogne alla periferia della città. Quando gli venne mostrata l'entità dei suoi possedimenti irlandesi, si dice che abbia risposto: "Beh, lo vedo per la prima volta e prego Dio! Per l'ultima volta".[4] Le sue residenze inglesi furono Hertford House a Manchester Square, a Londra, ora sede della Wallace Collection, e Ragley Hall, che appartiene ancora alla famiglia.
Secondo i fratelli Goncourt, Lord Hertford era "un mostro completo, assoluto, senza vergogna" che una volta dichiarò con orgoglio "quando morirò avrò almeno la consolazione di sapere che non ho mai reso un servizio a nessuno".[5]
Lord Hertford morì nel 1870, a 70 anni a Parigi, celibe e senza eredi legittimi, e il suo titolo passò al suo lontano cugino Francis Seymour-Conway, V marchese di Hertford.[1] Il figlio illegittimo e segretario di Lord Hertford, Richard Wallace (1818-1890), ereditò la sua collezione d'arte.
Collezione d'arte
La Manchester House (come era conosciuta inizialmente l'attuale Hertford House) fino al 1850 ospitò l'ambasciata francese, ma dal 1852 venne utilizzata principalmente per ospitare oggetti della collezione d'arte di Hertford, il quale era un importante collezionista d'arte. Divenne quella che è oggi la Wallace Collection, dal nome del suo figlio illegittimo Richard Wallace, a cui la lasciò compresa tutta la proprietà che la conteneva.[6] La vedova di Wallace lasciò in eredità la collezione di dipinti e oggetti alla nazione e formò il nucleo della Collezione Wallace.[1]
^abc(EN) Cracroft's Peerage, su cracroftspeerage.co.uk, Heraldic Media Limited. URL consultato il 10 May 2020 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2019).
^Bernard Falk, "Old Q's" Daughter: The History of a Strange Family, Hutchinson & Co., 1937.
^Edmond de Goncourt, Jules de Goncourt, Pages from the Goncourt Journal, translated by Robert Baldick, New York Review of Books, 2007, page 154 (14 August 1869).
^(EN) Wallace Collection, su wallacecollection.org. URL consultato il 16 March 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).