Dawkins si è sposato tre volte: con Marian Stamp (dal 1967 al 1984), Eve Barham (nel 1984) e Lalla Ward (dal 1992 al 2016), attrice e artista che ha curato le illustrazioni per alcuni suoi libri. I due sono stati presentati da un amico comune, lo scrittore britannico Douglas Adams, molto apprezzato negli ambienti scientifici. Dawkins ha una figlia, Juliet Emma (1984), dalla seconda moglie.[1][2][3][4]
Dawkins è noto al grande pubblico in particolare per l'opera di divulgazione della sua visione dell'evoluzione basata sulla nozione dell'"egoismo del gene", esposta nel suo libro più noto, Il gene egoista. La visione di Dawkins mantiene un impianto evoluzionista e identifica nel gene, anziché nell'organismo individuale, il soggetto principale della selezione naturale che conduce il processo evolutivo. Dawkins, infatti, afferma che:
«L'unità fondamentale della selezione, e quindi dell'egoismo, non è né la specie né il gruppo e neppure, in senso stretto, l'individuo, ma il gene, l'unità dell'ereditarietà».[8]
Aggiunge inoltre:
«[riferendosi a studiosi a lui precedenti, ndr] (...) Sono partiti dal presupposto che la cosa più importante dell'evoluzione fosse il bene della specie (o del gruppo) invece che il bene dell'individuo (o del gene)».[9]
L'argomentazione principale di Dawkins non riguarda comunque la confutazione della selezione di gruppo, già rifiutata dalla maggior parte dei biologi al momento della pubblicazione del libro, quanto piuttosto l'introdurre una nuova visuale nella comprensione dell'evoluzione, il punto di vista del gene, invece che dell'individuo. Dawkins sottolinea comunque che questa interpretazione non deve intendersi come un mutamento di paradigma rispetto al darwinismo classico (che guarda all'individuo come unità di selezione della selezione naturale), ma come a un punto di vista del darwinismo visto in prospettiva gene-centrica. Dawkins precisa che con il termine egoismo non intende affermare che i geni abbiano una volontà propria, ma solo che l'effetto dei geni negli individui che li ospitano è quello di determinare delle strutture fisiche o dei comportamenti che aumentano la probabilità che il gene si replichi e che aumenti la sua frequenza nella popolazione genetica. La posizione di Dawkins è stata fortemente contestata dagli americani Niles Eldredge e Stephen Jay Gould estensori della teoria degli equilibri punteggiati, ma anche dal genetista Richard Lewontin.
Il proposito di Dawkins per questa opera è spiegato nella prefazione:
«Uno dei miei obiettivi è quello di trasmettere almeno in parte la mia meraviglia dinanzi alla complessità biologica a quegli occhi che sono sempre rimasti chiusi dinanzi ad essa. Ma, una volta magnificato il mistero, l'altro mio obiettivo è quello di eliminarlo e di spiegarne la soluzione.»
(Richard Dawkins, L'orologiaio cieco)
Dawkins intende mostrare l'evoluzione come alternativa intellettualmente economica rispetto al disegno intelligente.
«La selezione naturale è l'orologiaio cieco, cieco perché non vede dinanzi a sé, non pianifica conseguenze, non ha in vista alcun fine. Eppure, i risultati viventi della selezione naturale ci danno un'impressione molto efficace dell'esistenza di un disegno intenzionale di un maestro orologiaio; che alla base della complessità della natura vivente ci sia un disegno intenzionale, è però solo un'illusione.»
(Richard Dawkins, L'orologiaio cieco)
Il fiume della vita (1995)
Il sottotitolo dell'edizione italiana recita Cos'è l'evoluzione?. Dawkins si propone infatti di far conoscere al lettore i vari aspetti della teoria evolutiva. Mostrando come a suo parere l'ipotesi di un disegno intelligente sia incompatibile con le evidenze scientifiche.
«Un buon modo per rappresentare efficacemente il nostro compito è immaginare che le creature viventi siano opera di un Artefice divino e tentare, applicando la progettazione inversa, di comprendere che cosa l'Artefice abbia voluto massimizzare. Qual era la funzione di utilità di Dio?
Il ghepardo indica in ogni dettaglio di essere stato superbamente progettato per qualche scopo, e dovrebbe essere abbastanza facile studiarlo applicando la progettazione inversa per comprendere la sua funzione di utilità. Il ghepardo sembra fatto apposta per uccidere la gazzella. I denti, gli artigli, gli occhi, il naso, la muscolatura degli arti, la colonna vertebrale e il cervello di questo predatore sono tutti come potremmo aspettarci se lo scopo di Dio nel progettarlo fosse stato quello di massimizzare le morti tra le gazzelle. Ma se applichiamo la progettazione inversa allo studio della gazzella troviamo evidenze ugualmente impressionanti dello scopo diametralmente opposto: la sopravvivenza delle gazzelle e la morte dei ghepardi per fame. È come se il ghepardo fosse stato progettato da una divinità e la gazzella da una divinità rivale. In alternativa, se vi è un solo Creatore che ha fatto la tigre e l'agnello, il ghepardo e la gazzella, qual è il Suo gioco? È un sadico che si diverte ad assistere a spettacoli cruenti? Cerca di scongiurare la sovrappopolazione tra i mammiferi africani? Oppure ha interesse a mantenere alta l'audience dei documentari naturalistici di David Attenborough? Tutte queste supposizioni sono funzioni di utilità del tutto plausibili. All'atto pratico, ovviamente, sono del tutto false.»
(Richard Dawkins, Il fiume della vita)
Pensiero
Visione "gene-centrica" della vita
L'idea che il gene agisca in ogni modo possibile al fine della propria sopravvivenza, conducendo gli esseri viventi e quindi l'uomo a divenire un "veicolo", o meglio «macchine da sopravvivenza, robot semoventi programmati ciecamente per conservare quelle molecole egoiste note col nome di geni»[10], porta Dawkins alla conclusione di carattere etico-esistenziale secondo cui «sia l'egoismo che l'altruismo si spiegano attraverso la legge fondamentale (...) del gene egoista»[11]. Nonostante quest'affermazione, egli evidenzia come il suo intento non sia quello di far propaganda a una moralità basata unicamente sulla legge del gene, ma offrire oltre ad una chiave di lettura dell'evoluzionismo, una del mondo e dell'uomo, conscio che la «filosofia e le materie così dette "umanistiche" vengono ancora insegnate come se Darwin non fosse mai esistito...».[12] Le affermazioni di Dawkins hanno dato vita a discussioni, molte delle quali tuttora aperte. Tra i più noti oppositori scientifici di Dawkins nel campo dell'evoluzionismo darwiniano vi sono stati Stephen Jay Gould, e Richard Lewontin e Niles Eldredge. I primi due hanno contestato Dawkins bollando come riduzionismo inaccettabile la sua visione della vita basata sui geni. Dawkins ha anche difeso alcune controverse affermazioni del genetista James Dewey Watson, riguardo all'eugenetica, sostenendo che fosse stata travisata.[13]
Dawkins è dichiaratamente ateo, membro onorario della National Secular Society,[14] vicepresidente della British Humanist Association e illustre sostenitore della Humanist Society of Scotland. Nell'articolo i Virus della mente (dal quale è nato il termine ammalato di fede), suggerisce che la teoria dei memi può spiegare il fenomeno della religione e di alcune caratteristiche comuni in molte religioni, quale l'idea che i non credenti saranno puniti. Nel libro L'illusione di Dio propone diverse ipotesi evoluzionistiche che potrebbero aver portato alle credenze religiose; una delle più sostenute è quella che vede la religione come un prodotto indiretto di processi cognitivi giovanili che persistono nella fase adulta, cioè il corrispondente psicologico della neotenia biologica.
Dawkins afferma che il proprio ateismo è la logica estensione della sua comprensione dell'evoluzione[15] e che la religione è incompatibile con la scienza.[16] Ne L'Orologiaio Cieco, del 1986, Dawkins ha affermato:
«Un ateo prima di Darwin avrebbe potuto dire, seguendo Hume: "Io non ho alcuna spiegazione per il complesso disegno biologico. Tutto ciò che so è che Dio non è una buona spiegazione, cosicché dobbiamo attendere e sperare che qualcuno ne trovi una migliore." Io non posso fare a meno di pensare che una tale posizione, per quanto logicamente sana, non potesse essere soddisfacente e che, per quanto l'ateismo possa essere stato logicamente sostenibile prima di Darwin, soltanto Darwin abbia creato la possibilità di adottare un punto di vista ateo con piena soddisfazione intellettuale.[17]»
Dawkins è anche uno dei più noti esponenti del movimento Bright, che promuove una visione del mondo e un'etica naturalistica, priva di elementi sovrannaturali e mistici. Nel 2006 ha pubblicato il libro L'illusione di Dio (The God Delusion) che ha suscitato accese discussioni per le radicali prese di posizione contro le religioni e che lo hanno reso uno dei libri più letti nel periodo a cavallo tra il 2006 e il 2007[18][19]. Nel 2012, in un pubblico dibattito con l'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, Primate della Chiesa anglicana, gli è stata attribuita l'affermazione di considerarsi agnostico piuttosto che del tutto ateo[20]. Viceversa, ha confermato quanto da lui precedentemente espresso nel suo L'illusione di Dio, ossia di considerarsi un ateode facto.[21]
Ha tuttavia dichiarato di apprezzare alcuni sentimenti del cristianesimo spogliati della dimensione religiosa:
«Mi definirei un cristiano laico nello stesso senso degli ebrei laici che hanno un sentimento di nostalgia per le [loro] cerimonie.[22]»
La scala di Dawkins
Dawkins ha elaborato una scala per definire il livello di credenza teistica e di ateismo di ognuno, definito "scala di Dawkins" o "spettro di probabilità teistica" (questa la definizione data da lui stesso). I primi tre livelli sono i più diffusi tra i credenti, il quarto è la via di mezzo equidistante, il quinto è il primo livello della noncredenza, mentre sesto e settimo sono i più diffusi tra coloro che si dichiarano atei. I livelli della scala, o "pietre miliari"[23], sono[24]:
Teista forte: 100% di probabilità di Dio, come nelle parole di Carl Gustav Jung ("io non credo, io so").
Probabilità molto alta ma non 100%: un teista di fatto ("Non posso saperlo per certo, ma credo fermamente in Dio e vivo la mia vita nell'assunzione che lui esista").
Più del 50% ma non molto alta: tecnicamente agnostico ma propende verso il teismo ("sono molto incerto, ma tendo a credere in Dio").
Esattamente 50%. Completamente agnostico e imparziale ("L'esistenza e l'inesistenza di Dio sono esattamente equiprobabili").
Meno del 50% ma non molto bassa: tecnicamente agnostico ma incline all'ateismo ("non so se Dio esista ma tendo ad essere scettico"), come nel cosiddetto ateismo debole, l'ateo che ha difficoltà a dimostrarlo.
Probabilità molto bassa, vicina allo zero: un ateo di fatto ("non posso saperlo per certo ma credo che Dio sia molto improbabile, e vivo la mia vita nell'assunzione che lui non esista)", come nell'ateismo agnostico, ossia l'ateo che è convinto di ciò, ma non può dimostrarlo e si astiene dal giudizio (come Bertrand Russell, che si definiva "filosoficamente agnostico e praticamente ateo").
Ateo forte ("So che non esiste nessun Dio, con la stessa convinzione con cui Jung sa che ce n'è uno").
Dawkins si identifica nel livello 6, o meglio, come ha precisato, a circa 6,9.[25][26]
Altro
Nel 2014 è protagonista di una forte polemica scatenata dopo un suo tweet su come abortire un feto down sia segno di altruismo.[27] Dawkins si identifica come un sostenitore del femminismo e dei diritti LGBT, tuttavia alcune critiche sono venute anche da questi gruppi per alcune sue dichiarazioni.[28][29][30][31][32]
Cultura di massa
Dawkins, doppiato da se stesso, è apparso in episodio de I Simpson (stagione 24), intitolato Un occhio nero, a capo dell'inferno personale del religiosissimo Ned Flanders, in quanto "famoso ateo".
Compare nel dodicesimo (Viaggio nel futuro) e tredicesimo (Viaggio nel futuro... e ritorno) episodio della decima stagione della serie animata South Park.
Viene nominato talvolta ne I Griffin: il suo libro L'illusione di Dio è uno dei preferiti di Brian.
Nel 2008 appare brevemente nel dodicesimo episodio della quarta stagione del telefilm Doctor Who, interpretando se stesso mentre commenta, in uno studio televisivo, l'apparizione nel cielo di 26 pianeti.
Nel 2015 per l'album Endless Forms Most Beautiful dei Nightwish, ha prestato la voce per due parti parlate nella prima e nell'ultima canzone dell'album, parlando sinteticamente delle sue idee. In particolare nell'ultima canzone The Greatest Show On Earth, che è anche il titolo di uno dei suoi libri.
An Appetite for Wonder: The Making of a Scientist, 2013, Ecco Press (Regno Unito e USA), autobiografia (primo volume), in inglese (non esiste ad oggi un'edizione italiana). ISBN 978-0-06-228715-1
Brief Candle in the Dark: My Life in Science, 2015, Ecco Press (Regno Unito e USA), autobiografia (secondo volume), in inglese (non esiste ad oggi un'edizione italiana). ISBN 978-0062288431
Science in the Soul: Selected Writings of a Passionate Rationalist, 2017, Bantam Press, raccolta di articoli, in inglese (non esiste ad oggi un'edizione italiana). ISBN 978-0593077504
Diventare più grandi di Dio. Una guida all'ateismo per principianti (Outgrowing God: A Beginner’s Guide), 2019, Arnoldo Mondadori Editore ISBN 9788804708278.
Flights of Fancy: Defying Gravity by Design and Evolution, 2021, Apollo, in inglese (non esiste ad oggi un'edizione italiana). ISBN 1838937854.
^ Richard Dawkins, An April 4th Update from Richard, su richarddawkins.net, Richard Dawkins Foundation, 4 aprile 2016. URL consultato il 5 aprile 2016.
^Il gene egoista, cap. 1, "Perché esiste la gente?", pagg. 13-14, ed. Mondadori - Oscar Saggi
^ Kutner, Jenny, Dawkins: "Is There a Men's Rights Movement?", su salon.com, 8 dicembre 2014. URL consultato il 27 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2015).
Nice Guys Finish First (1987) ·Break the Science Barrier (1996) ·The Atheism Tapes (2004) ·The Root of All Evil? (2006) ·The Enemies of Reason (2007) ·The Genius of Charles Darwin (2008) ·Faith Schools Menace? (2010) ·Sex, Death and the Meaning of Life (2012)