Le prime informazioni sulle origini di Raimondo sono piuttosto tarde: l'erudito del Seicento Girolamo Nicolino riferisce che era originario di Marsiglia ed era un frate francescano.[1]
Fu eletto vescovo di Alba nel 1311 (al suo episcopato risale un documento ai marchesi di Ceva sul castello di Mirabello).[2]
Nel 1321 fu nominato da papa Giovanni XXII vescovo di Chieti in sostituzione del frate minore Guglielmo de Giniaco, eletto dal capitolo cattedrale ma non confermato dal pontefice a causa dell'opposizione del procuratore generale dei francescani. A Chieti Raimondo impegnò le sue energie nella ricostruzione del patrimonio diocesano, rivendicando i suoi diritti sui castelli di Montesilvano e della Scorciosa.[3]
Il 21 febbraio 1326 fu trasferito alla sede di Aversa, dove stabilì la sua residenza solo dopo la morte del duca di Calabria.[5]
Note
^Maria Grazia Del Fuoco, Il processo a Cecco d’Ascoli: appunti intorno al cancelliere di Carlo di Calabria, p. 222.
^Maria Grazia Del Fuoco, Il processo a Cecco d’Ascoli: appunti intorno al cancelliere di Carlo di Calabria, in Michele Del Monte (a cura di), op.cit., p. 221.
^Maria Grazia Del Fuoco, Raymondus de Mausaco O.M. e l'inventario dei beni della diocesi teatina, in Antonio Rigon (a cura di), op.cit., pp. 152-155
^Maria Grazia Del Fuoco, Il processo a Cecco d’Ascoli: appunti intorno al cancelliere di Carlo di Calabria, in Michele Del Monte (a cura di), op.cit., pp. 236-237.
^Maria Grazia Del Fuoco, Il processo a Cecco d’Ascoli: appunti intorno al cancelliere di Carlo di Calabria, in Michele Del Monte (a cura di), op.cit., p. 224.
Bibliografia
Antonio Rigon (a cura di), Cecco d'Ascoli: cultura scienza e politica nell'Italia del Trecento, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Roma 2007.
Michele Del Monte (a cura di), Episcopati e monasteri a Penne e in Abruzzo (secc. XII-XIV), Loffredo editore, Napoli 2008