Linneo diede a questo genere di piante il nome del dio greco Proteo, il quale poteva cambiare forma come e quando voleva[2]. In lingua inglese vengono a volte letteralmente chiamate sugarbushes cioè cespugli di zucchero.
Le Protee ebbero grande successo tra i botanici del Capo di Buona Speranza nel XVII secolo. Molte specie furono introdotte in Europa nel XVIII secolo suscitando grande interesse.
Descrizione
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Distribuzione e habitat
La famiglia delle Proteaceae, alla quale appartiene il genere Protea si è originata nel Cretaceo. Le Proteaceae sono suddivise in due sottofamiglie:
Molte protee si trovano a sud del fiume Limpopo anche se la specie Protea kilimanjaro si trova nel Parco nazionale del Monte Kenya. Il 92% delle specie si trova nella regione floristica del Capo una piccola cinta montuosa di terra costiera da Clanwilliam fino a Grahamstown nel Sudafrica. La straordinaria ricchezza e diversità di specie caratteristica della flora del Capo si pensa sia dovuta alla diversità paesaggistica dove le popolazioni possono isolarsi l'una dall'altra e svilupparsi in diverse specie.
Tassonomia
Relazioni
Posizionate all'interno della famiglia delle Proteaceae, le protee fanno parte della sottofamiglia delle
Proteoideae che comprende specie presenti dall'Australia all'Africa meridionale.
Specie
All'interno del genereProtea sono attualmente incluse 106 specie, suddivise in 19 sezioni[1]:
Assieme all'antilopespringbok la protea è stata trattata come simbolo nazionale del Sudafrica prima e dopo l'apartheid non però senza controversie. Il primo ministro Sudafricano Hendrik Frensch Verwoerd sognava di cambiare la bandiera Sudafricana di allora mettendo al centro di essa un'antilope springbok saltellante contornata da una collana di 6 protee ma questo non fu mai realizzato.
Dopo la messa al bando dell'apartheid il governo sudafricano decretò che il nome di tutte le squadre che si chiamavono Springboks dovette cambiare in "Protee" un'eccezione alla regola fu fatta per la squadra della nazionale di rugby Sudafricana. Durante l'apartheid si usava chiamare "Le Protee" tutte le squadre che rappresentassero gli aborigeni di colore del Sudafrica[3].
Note
^ab(EN) Protea L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 febbraio 2021.