È composto da numerose sub-frazioni, dette Ville, sparse nell'area. L'abitato principale si sviluppa a circa 685 metri s.l.m. sul colle Castello,[3], alle pendici del monte La Torretta, a sua volta propaggine del gruppo montuoso di Monte Calvo; la posizione del paese è dominante sulla piana sottostante, che si sviluppa in direzione sud-est, delimitata dai fiumi Aterno, a nord, e Raio, a sud.[1] A monte di Preturo, in corrispondenza dell'antico castello di Forcella e delle attuali ville di Casaline, Menzano e Santi, è il valico che collega la conca aquilana all'altopiano di Cascina.[4]
Le origini di Preturo sono connesse a quelle della città sabina di Amiternum, il cui nucleo originario sorse intorno al X secolo a.C. sul vicino colle di San Vittorino, in corrispondenza dell'attuale frazione di San Vittorino.[5] I resti archeologici dell'antica civiltà, tra cui l'anfiteatro e il teatro romano, sono situati a poca distanza dal paese.[3]
Nell'alto MedioevoAmiternum, divenuta Amiterno, cominciò progressivamente la sua decadenza; in questo periodo, la popolazione tornò a trasferirsi sulle colline circostanti, su una delle quali si sviluppò, intorno al V secolo, l'attuale abitato. La prima documentazione di Preturo risale al X secolo quando nell'area è testimoniata la presenza di Praetorium, toponimo riconducibile al latino «praetorium», inteso come «dimora del pretore».[6] Nel XII secolo è documentata l'esistenza di un castrum con il medesimo nome.[6]
Il paese ha dato i natali ad Anfrosina Berardi (1920-1933), una donna sofferente di una grave malattia che la portò in pochi anni alla morte: attualmente riposa nella chiesa parrocchiale di San Marco e nel 1962 è stata dichiarata Serva di Dio dalla Chiesa cattolica.[7]
Preturo rimase comune autonomo fino al 1927, quando fu annesso all'allora comune di Aquila degli Abruzzi per la creazione della cosiddetta Grande Aquila.[3]
Nel 1968, per la decisione di dotare L'Aquila di una struttura aeroportuale, si decise la costruzione dell'aeroporto dei Parchi, situato a valle dell'abitato di Preturo. In seguito al terremoto dell'Aquila del 2009, l'area è diventata un punto chiave per l'attività del Dipartimento della Protezione Civile: l'aeroporto è stato ingrandito e ammodernato mentre nella villa di Cese sono state costruite 20 palazzine destinate ad ospitare gli sfollati.[8][9]
Simboli
La descrizione dell'originario stemma comunale ― oggi utilizzato dall'A.S.B.U.C. locale ― è la seguente:[10]
«Sfondo giallo paglierino con base marmorea e fascia con quatto righe oblique che dividono simmetricamente il quadrante.»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Pietro
chiesa di stampo romanico, datata al 1170, ma profondamente restaurata dopo il terremoto del 1703.[3] Presenta una facciata caratterizzata da frammenti lapidei, provenienti da Amiternum, e un campanile a vela; all'interno si sviluppa su un'unica navata affiancata da due cappelle laterali, una delle quali dedicata a San Pietro.
Architetture civili
Palazzo Spaventa
palazzo seicentesco, di architettura manierista, dotato di un bel portale marmoreo.[11] Sino ai primi decenni del XX secolo pare che il palazzo ospitasse, ai lati del portale, due sculture funerarie dalle forme leonine risalenti al II secolo a.C.; i due leoni, improvvisamente scomparsi da Preturo, fanno oggi parte della collezione del Getty Museum di Malibù (Stati Uniti d'America) che li ha acquistati nel 1958 da un collezionista.[11]
Nella piana adiacente l'abitato di Preturo è presente una vasta area archeologica comprendente, oltre all'anfiteatro e al teatro di età augustea, una villa di tarda età imperiale, con mosaici e affreschi, resti di terme e di un acquedotto risalenti anch'essi all'età di Augusto.[5]
Geografia antropica
La frammentazione degli insediamenti urbani è ritenuta essere un'eredità del periodo longobardo quando, con la decadenza di Amiternum, si verificò la dispersione degli abitanti sui colli circostanti.[5]
Il territorio presenta una decina di sub-frazioni che, fino al 1927, costituivano il comune autonomo di Preturo, tutte collocate lungo i contrafforti del gruppo montuoso di Monte Calvo che si sviluppa nei limitrofi territori di Scoppito e Cagnano Amiterno. L'abitato principale ― come anche la villa di Cese, a sud, e quella di Colle di Preturo, a nord ― è localizzato sul fianco del colle Castello, alle pendici del monte La Torretta.[3] A monte di Colle di Preturo vi è poi l'abitato di San Marco con, a nord, quello di Pozza. Le restanti frazioni di Casaline, Menzano e Santi ricadono nella località nota con il nome di Forcella perché in corrispondenza del valico («furca») con l'altopiano di Cascina.
Preturo, e buona parte delle sue sub-frazioni, si sviluppa lungo la cosiddetta via Amiternina, diramazione della strada statale 80, l'arteria, che ricalca il tratto iniziale dell'antica via Caecilia, unisce la stessa S.S. 80 — che collega L'Aquila con il teramano — con la strada statale 17 per Rieti. Il territorio è inoltre posto a poca distanza dall'innesto della strada statale 260 Picente che, attraversando l'alto Aterno, consente il collegamento con Amatrice e il Piceno.